WATER WORLD DAY

LA GRATIDTUDINE PER L’ACQUA

Ciao a tutti!!! Oggi è un giorno speciale dedicato all’acqua! Infatti oggi 22 marzo 2021 è la giornata mondiale dell’acqua. Questa giornata è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e quest’anno si vuole mettere al centro dell’attenzione il collegamento tra acqua e cambiamenti climatici.

Come sapete ho sempre messo in evidenza la correlazione tra acqua e clima e per questo motivo vi invito a rileggere tutti i miei precedenti articoli! In particolare potrete trovare tale legame tra clima e acqua nei seguenti link : https://www.dalmarbozzo.com/2020/09/19/il-ciclo-idrologico/. Ma aldilà di questa correlazione, vi invito davvero a rileggere tutti gli articoli inerenti all’acqua presenti nel mio blog!

In questo articolo non dirò nulla di nuovo, e semplicemente darò delle motivazioni personali per essere grati per l’acqua che abbiamo.

  1. L’acqua è il primordio della vita! Ne ho parlato in questo articolo dove spiego le caratteristiche speciali dell’acqua: https://www.dalmarbozzo.com/2020/06/13/4-cose-che-assolutamente-non-puoi-non-sapere-sullacqua/ . L’acqua ha delle caratteristiche che hanno permesso una sorta di intelligenza chimica: i primi organismi monocellulari hanno creato reazioni complesse per mezzo delle proprietà di polarità e struttura dell’acqua! L’acqua è sempre stato il mezzo di costruzione tra elementi e cellule! Noi proveniamo da questa “intelligenza chimica” ed è il motivo per cui si dice che l’acqua è vita! Niente di più vero e spero tanto che anche voi lo comprendiate!
  2. L’acqua fa bene! Uno dei motivi per cui sono grato dell’acqua è che è una sostanza che ci dà benessere! Non solo ci disseta, ma anche ci rende più efficienti, più energici, stimola i processi di digestione e la sintesi chimica dei nostri processi di assimilazione, ci rende più snelli e giovani mentalmente e fisicamente. Non so come la pensate voi, ma per me non c’è nulla di così buono come l’acqua! Ricordatevi che siamo fatti mediamente al 70% di acqua ed importantissimo rimanere idratati! Infatti ricordatevi di bere almeno 2 litri di acqua al giorno! E su questo argomento vi rimando all’approfondimento con la dietista Chiara Andreella.  https://www.dalmarbozzo.com/2020/05/30/perche-e-cosi-importante-bere-acqua/ e https://www.dalmarbozzo.com/2020/06/06/quanta-acqua-bisogna-bere/ .
  3. L’acqua plasma e da forma ad ogni cosa: il suo potere di erosione, goccia dopo goccia, e di trasporto di materiali, ha plasmato e formato il nostro ambiente. Bellezze panoramiche come le Dolomiti, il Gran Canyon, o qualsiasi altra montagna che vi fa battere il cuore sono a causa  dell’acqua! Ogni lago, fiume, spiaggia spazio verde che abbiamo sulla nostra Terra è sempre merito dell’acqua! Da quando siamo costretti a rimanere più chiusi in casa , ci siamo accorti del grande desiderio di stare all’aperto e godere della natura! Personalmente non c’è niente di meglio che farsi una bella biciclettata tra i monti e panorami mozzafiato! Sono grato all’acqua per l’ambiente che mi circonda! Ci regala un senso di pienezza e di unione con la Terra!
  4. L’acqua in tutte le sue forme genera il clima e le temperature della Terra! Come ho già accennato nel ciclo idrologico e le correnti termoaline permettono di godere dell’alternanza delle stagioni: la neve  d’inverno, la nebbia in autunno, la pioggia in primavera, e la brezza in estate. Questo è come la vedo io … E ora che siamo in primavera, sappiate che è sempre merito dell’acqua su questa Terra ed è il motivo cardine per cui bisogna imparare a darle il giusto valore come elemento importantissimo per comprendere il cambiamento climatico.    

Concludo semplicemente con una citazione di San Francesco d’Assisi che ha racchiuso in una sola frase la bellezza di questa sostanza: per sorella acqua, la quale è tanto utile e umile, preziosa e pura.”

Buona giornata mondiale dell’acqua a tutti!

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L’INQUINAMENTO DIRETTO DELLE ACQUE

ORRORI ED ERRORI UMANI SUL CICLO IDROLOGICO

https://youtu.be/q9kRqJe4DGI

Nell’ultimo articolo ho spiegato 4 conseguenze dei gas serra sul ciclo idrologico ovvero risposte naturali alle nostre azioni, e quindi, sono causate dall’inquinamento indiretto dell’uomo.

In questo articolo desidero mettere a fuoco le azioni umane che, invece, agiscono direttamente sull’inquinamento del ciclo idrologico e le conseguenze immediate. Se ne potrebbero elencare un’infinità, ma ne elenco 4, ossia le più pertinenti al tema dell’acqua.

  1. Scarti industriali. Prevalentemente in forma liquida e possono andare ad inquinare direttamente per errore umano non solo i fiumi ma anche le falde acquifere del ciclo idrologico. Cito il tristissimo esempio, che mi riguarda personalmente, dell’inquinamento da PFAS (sostanze idrofobe usate nella conceria delle pelli e nelle pentole anti-aderenti): le aziende a monte di una falda acquifera nel vicentino hanno riversato nel sottosuolo quantità talmente elevate di PFAS da creare un disastro ambientale. Sono migliaia le persone in Veneto che hanno nel sangue quantitativi sopra lo standard di Legge (5nm per litro) e per qualcuno ci sono state varie ripercussioni sulla salute. Questa sostanza è finita ovviamente nella nostra filiera di alimentazione, nelle coltivazioni e negli allevamenti locali. A peggiorare la situazione è il riciclo naturale delle acque sotterranee che, se ricordate, hanno una velocità di movimento molto inferiore rispetto a tutto il ciclo idrologico e per questo il risanamento della falda richiede moltissimi anni. Al problema del PFAS vi ricordo che la soluzione (almeno per l’acqua) è un depuratore e vi invito a rivedere il seguente articolo: https://www.dalmarbozzo.com/2020/07/04/vuoi-migliorare-la-qualita-della-tua-acqua-potabile/  .
  2. Il prelevamento delle acque sotterrane. Se ricordate bene nell’articolo in cui spiego la differenza tra acqua potabile e minerale (https://www.dalmarbozzo.com/2020/06/20/ti-fidi-dellacqua-che-bevi/), quelle minerali possono essere sia di fonte sorgiva (cioè fuoriuscite naturalmente da un terreno) che di fonte sotterranea (prelevate da falde acquifere). Quando si prelevano dalle falde troppi metri cubi di acqua al secondo tramite pompe idrauliche e senza studiarne l’effettiva capacità e portata, c’è il grave rischio di ridurre notevolmente la superficie stessa della falda, poiché l’avvallamento creato dal sistema di pompaggio si deprime sempre di più fino al collasso della stessa. Qui l’uomo va ad influire direttamente sul bilancio idrico locale del ciclo dell’acqua, rallentando ulteriormente, o addirittura eliminando, gli spostamenti d’acqua sotterranei.
  3. Una delle cose più brutte e disastrose che possono accadere in mare è l’inquinamento per la perdita di petrolio. Premetto che non è mia intenzione fare la morale su se sia giusto o sbagliato estrarlo; voglio concentrarmi, invece, sugli effetti che l’oro nero causa una volta riversato nei nostri mari. Il petrolio è la morte nera di un interno ecosistema locale: a contatto con l’acqua del mare crea una pellicola impermeabile all’ossigeno che soffoca letteralmente la vita marina sottostante impedendone lo scambio tra fauna e superficie. Se poi gli animali ci entrano a contatto diretto si innescano una serie infinita di problematiche di salute, riducendo drasticamente la loro capacità di sopravvivenza. L’acqua, seppure è il miglior solvente in assoluto, con una presenza massiccia di petrolio, non ha abbastanza velocità depurativa da smaltirne gli effetti e quindi in queste circostanze si richiede l’intervento di altre risorse (sia economiche che umane) per tamponare il problema, che a volte può durare per mesi. Purtroppo si stima che ci siano perdite di petrolio annue intorno ai 4 milioni di tonnellate.
  4. Inquinamento plastico. Come ho già spiegato ci sono vari tipi plastiche e in questo caso conviene semplicemente distinguerle tra quelle che galleggiano o meno. Quelle che galleggiano diventano una base fertile per le alghe: la fotosintesi, processo vitale delle alghe, è uno scambio energetico tra clorofilla (contenuta nei sali minerali marini) e luce solare ma essa avviene maggiormente su superficie solide. Quindi la presenza di plastiche galleggianti in mare diventa l’ambiente ideale per la creazione di alghe che comporta da una parte un miglior assorbimento dell’anidride carbonica ma dall’altro comporta un maggior consumo di ossigeno e quindi un impoverimento di specie marine. La plastica che non galleggia, ha maggior possibilità di diventare una serie di trappole micidiali per gli abitanti dei fondali: non solo perché fungono da vere e proprie restrizioni fisiche impedendone la libertà di movimento, come possiamo vedere in numerose immagini strazianti, ma anche perché hanno la particolarità di disgregarsi in microplastiche che vengono facilmente ingerite dai pesci interferendo quindi con le loro funzioni vitali; se poi la fauna ittica inquinati da microplastiche viene pescata, finisce tragicamente nei nostri stomaci e buon appetito a tutti!

Come avete capito la scarsa gestione dei rifiuti umani spesso può portare ad un grave inquinamento delle acque. Se le aziende e i Governi non danno indicazioni più trasparenti o non comunicano in modo più efficace con i consumatori su come smaltire i rifiuti, è probabile che a pagarne il prezzo, in tempi brevi, sia l’ambiente: un consumatore se non comprende dove gettare il rifiuto è probabile che lo smaltisca in modo scorretto e in quel momento è molto più facile che possa raggiungere corsi d’acqua, prima e, da ultimo, viaggiando tramite le correnti marine a distanza di chilometri dal punto di partenza, i mari. Una conseguenza evidente è, ad esempio, l’isola dei rifiuti (The Trash Island) a largo del Pacifico: si stima che abbia un’estensione minima di 700.000 kmq per un totale di 3 milioni di tonnellate di plastica.

Questo mio secondo intervento sul tema del ciclo idrologico ha lo scopo di rendervi più consapevoli delle vostre azioni e di sensibilizzare l’importanza del sistema idrico della Terra: comprendere il suo delicato equilibrio significa fare scelte eco-friendly e salvaguardare l’ambiente!

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IL CICLO IDROLOGICO

Emissioni di CO2 e cambiamento climatico.

Nell’ultimo articolo ho parlato di frigo-gasatori per indurre le persone che amano l’acqua fredda e gassata ad abbandonare gli acquisti in bottiglia di plastica. Oggi, invece vorrei porre attenzione su un argomento che si distacca molto dall’ultimo trattato. Voglio spiegare come funziona il ciclo idrologico, e quali comportamenti umani l’hanno modificato maggiormente, in particolare analizzerò una serie di eventi a catena che hanno portato al cambiamento climatico che stiamo vivendo.

Partiamo dalla definizione: cos’è il ciclo idrologico? E’ il trasporto e la distribuzione naturale dell’acqua tramite processi di evaporazione (vapore acqueo), condensazione (precipitazioni e fenomeni atmosferici) e sublimazione (ghiaccio che si trasforma in vapore) ed esso, in media ogni 3000 anni sposta una massa equivalente a tutti gli oceani del pianeta. Questo ciclo permette di godere delle varie situazioni meteorologiche nel mondo, di influenzare le correnti marine, quindi di determinare le stagioni, e di influenzare le masse d’aria in atmosfera, nonché i venti.

Come funziona? Il ciclo idrologico è messo in moto dal sole, che provoca l’evaporazione dell’acqua liquida presente sui continenti, in particolare quella proveniente dalle piante, prende il nome di traspirazione. Il vapore acqueo, una volta salito in atmosfera, dove la temperatura diminuisce e dove ci sono grandi spostamenti d’aria, tende a condensarsi fino al punto di rugiada, ovvero quel momento dove la saturazione di acqua è tale per cui non possa più rimanere allo stato gassoso, e quindi l’acqua precipita sotto forma di fenomeni atmosferici su tutta la superficie terrestre con diverse concentrazioni e frequenze. Alcune di queste precipitazioni cadono ai poli e in alta montagna e contribuiscono alla formazione dei ghiacciai indispensabili per l’approvvigionamento umano. Il bilancio complessivo del ciclo è nullo: cioè non c’è perdita o aggiunta di quantità d’acqua. Esso è diverso dal bilancio reale poiché, quest’ultimo, consiste nel tenere in considerazione una determinata località: infatti le acque del sottosuolo, dei fondali marini e dei ghiacciai hanno una velocità di inserimento nel ciclo molto ridotta e possono quindi esserci quantità d’acqua differenti.

Che cosa è cambiato del ciclo idrologico? Quali sono le conseguenze o le reazioni a catena che si susseguono? Essendo un sistema circolare ne basta alterare inconsapevolmente uno per cambiare tutto il resto. La traspirazione e l’evaporazione sono tra i fattori maggiormente coinvolti. Ci sono alcuni elementi che caratterizzano il cambiamento del ciclo idrologico e come conseguenza quello climatico. In questo articolo mi concentro sulle emissioni di gas serra, come ad esempio il CO2; esse fanno rimbalzare maggiormente la luce solare nell’atmosfera e comportano diverse conseguenze. Ne elenco 4.

1. Le emissioni di gas serra fanno aumentare il calore in atmosfera; esso fa aumentare evaporazione e traspirazione rendendo così più difficile raggiungere il punto di rugiada, di conseguenza la natura per bilanciare questo squilibrio ricorre ad uno stratagemma: al diminuire della frequenza aumenta la concentrazione e ciò comporta pochi eventi atmosferici ma di grande portata. I monsoni ,ad esempio, sono fenomeni tipici dell’Asia meridionale e sono un ottimo indice del bilancio idrico locale e spiegano bene questo equilibrio. Per ben 8-9 mesi le precipitazioni sono scarse, poi tra giugno e settembre, accade l’incredibile: la temperatura dell’Oceano Indiano risulta minore rispetto a quella del continente e ciò crea un’evaporazione da entrambe le parti ma con temperature differenti. Il risultato è che masse d’aria umida di differente temperatura, che vengono racchiuse dalla catena montuosa dell’Himalaya, si scontrano e creano periodi ad alta intensità di pioggia. Eventi atmosferici simili si stanno verificando in alcune parti del Mondo dove risultano inusuali, abbondanti, e con una frequenza elevata a causa dello squilibrio creato dai gas serra.

2. Aumenta la temperatura dei mari con conseguenze disastrose: per prima cosa viene alimentata la conseguenza sopracitata, ma cosa più preoccupante: un’acqua più calda comporta un maggiore discioglimento dei sali che per le creature marine che abitano in superficie significa avere meno nutrienti disponibili rispetto alle acque fredde e salate. Ciò innesca, quindi, un effetto domino ineluttabile che termina con la riduzione della biodiversità marina. Questo avviene non solo nei nostri mari ma anche ai poli modificando le correnti oceaniche: acque meno fredde e salate alterano i vari strati di densità dei fondali marini e di conseguenza la direzione e la velocità delle correnti modificando le naturali stagioni, e creando maggiori possibilità di cicloni ed uragani.

3. L’anidride carbonica in eccesso che si scioglie in acqua crea l’acido carbonico e incide direttamente sul plancton che è la base della catena alimentare della vita oceanica: il plancton, in presenza di acqua acida (quindi con più CO2), necessita di maggior energia per la calcificazione e i processi vitali e ciò conduce ad un inesorabile indebolimento di questa importantissima forma di vita. Allo stesso modo del plancton, il corallo ha minor possibilità di crescere e quindi di ospitare un numero minore di specie animali, e le barriere coralline ospitano un terzo di tutta la biodiversità marina. La conseguenza inevitabile è una riduzione notevole del mercato ittico e nei prossimi anni il prezzo del pesce sarà destinato a crescere sempre di più e ad essere considerato un bene di lusso.

4. L’aumento di temperatura accelera lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari e le conseguenze sono le più disparate: innalzamento del livello del mare (acqua alta a Venezia), aumento dei volumi dei corsi d’acqua e quindi esondazioni più frequenti dei fiumi (ci è mancato poche che l’Adige esondasse a Egna), riduzione del territorio (il rifugio sulla Marmolada non è più accessibile), estinzione delle specie (orsi polari fortemente a rischio).   

I gas serra rovinano il ciclo dell’acqua, nonché il ciclo della vita, e per rammentarvi l’importanza e la bellezza dell’acqua vi rimando a questo link https://www.dalmarbozzo.com/2020/06/13/4-cose-che-assolutamente-non-puoi-non-sapere-sullacqua/.

Concludo con un pensiero personale. Ho compreso il tema del cambiamento climatico attraverso gli studi fatti sull’acqua che mi hanno dato una prova concreta e scientifica di ciò che sta accadendo. Il motore del nostro pianeta blu è l’acqua e non si può non considerarla. L’abbiamo forse dimenticato o dato per scontato e ora ne stiamo pagando le conseguenze. Il cambiamento climatico è reale e purtroppo siamo tutti responsabili delle vittime e dei disastri che procura. È giunto il momento di fare un ammissione di colpa e, in maniera responsabile, dire “è anche colpa mia!”, e infine avviare dei comportamenti più eco-sostenibili.

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