Sostenibilità in Veneto

LA CLASSIFICA DEL MIO CICLOVIAGGIO

Ciao a tutti e bentornati su www.dalmarbozzo.com. L’ultima volta ho dato 6 consigli che i comuni possono applicare per rendere le loro città più sostenibili. Nel frattempo ho affrontato un viaggio di cicloturismo toccando i 7 capoluoghi di provincia della regione Veneto. Ho osservato e ho annotato quali dei suggerimenti sono fisicamente presenti nei vari comuni che ho attraversato. Quindi, per comprendere bene la successiva classifica è necessario rivedere il precedente articolo:

Faccio qualche premessa prima di entrare nell’esposizione della classifica.

La prima riguarda il cicloturismo: è un modo di viaggiare in sella alla propria bici percorrendo svariati chilometri e alloggiando in diverse tappe; il cicloturismo in Italia sta prendendo piede molto bene e avrà dei risvolti positivi nell’economia circolare. Dal mio punto di vista il cicloturismo è un modo di vivere unico e incredibile, lo consiglio a tutti! In termini di sostenibilità ambientale è sicuramente un modello di viaggio da annoverare.

La seconda premessa riguarda i luoghi e le tappe: ho seguito semplicemente un tour antiorario segnandomi alcuni luoghi che volevo vedere, perciò non ho potuto vedere ogni cosa, e avendo prestabilito a priori, prima del viaggio, le tappe di pernottamento, ho mantenuto una media di 90 km al giorno per rimanere abbastanza in linea con il mio programma. Ho scelto il Veneto semplicemente perché è la mia regione. Dei tanti paesi che ho visto ho preso in considerazione 28 comuni.  Dunque non è obbligatorio fare l’itinerario come l’ho fatto io e capisco che la classifica può sembrare riduttiva per valutare il Veneto.

La terza premessa riguarda al valore soggettivo attribuito ai voti: i voti che ho dato sono in base all’esperienza vissuta e per tanto potreste non essere d’accordo con la mia valutazione e quindi non sono assoluti.

La quarta premessa è l’intento: la mia intenzione non è quella di dire quel comune è meglio di altri, ma semplicemente fornire qualche spunto ai cittadini e alle amministrazioni comunali per migliorare alcuni aspetti fondamentali che saranno necessari per affrontare la transizione energetica nelle nostre città. Certo, senza dubbio, vado a dare dei giudizi sui comuni che ho visitato, e per tanto si capirà chi è meglio di altri, ma l’intenzione è semplicemente di fornire una strada da percorrere che porterà un beneficio comune alla nostra Terra. Quindi piuttosto che dire “ è meglio di…” dovremmo pensare a “ è più avanti di” in modo tale da dare a tutti la possibilità di imboccare la strada giusta.

La quinta premessa riguarda al metro di giudizio. Nel dare i voti ho tenuto in considerazione, il numero dei cittadini, se la località fosse turistica o meno e infine la mia personale esperienza su 6 caratteristiche: presenza delle Case dell’Acqua (CDA) o di un servizio pubblico per l’erogazione di acqua, presenza delle colonnine delle ricariche elettriche (CRE), presenza e qualità delle piste ciclabili (PC), la quantità e la qualità degli spazi verdi (SV), coscienza collettiva ambientale (CCA) con iniziative di raccolte plastic free, e infine decoro pubblico (DP) cioè per la qualità di ordine e pulizia del centro urbano, aree dismesse incluse.

Il materiale che ho raccolto è davvero tanto e lo lascio in allegato alla fine con la tabella di tutti i 28 comuni che ho censito. Qui invece commenterò i 7 capoluoghi di provincia. Se volete avere informazioni su altri comuni scaricate il documento in fondo all’articolo.

Rovigo. La prima cosa che ho apprezzato di Rovigo è stata la sua ciclabile che va da Nord a Sud! Tenuta bene, in ordine, e ben segnalata! Non è scontato entrare e uscire da una città con la pista ciclabile. Ho dato voto 8. Non sono presenti le case dell’acqua e per di più ho trovato una fontanella del parco chiusa e non accessibile. Voto 0! Rovigo ha ben 10 punti di ricarica elettrica e ritengo che per 50mila abitanti sia già un buon risultato; voto 10. Ho trovato diversi spazi verdi , alcuni ben curati altri invece in pessime condizioni. Voto 6. A Rovigo non si sono ancora le Raccolte Plastic Free, ma so che è un comune sensibile all’argomento dato che ha adottato il PAESC ( Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile); voto 6 per la CCA. Per il DP ho dato voto 5 poiché all’ingresso della città e nel parco ho trovato parecchio sporco, si salva invece la ZTL centrale. Voto complessivo 35 su 60.

Padova. Sono entrato a Padova grazie alla ciclabile del Brenta che si estende da Bassano del Grappa a Chioggia. Molto assolata ma percorribile. Anche il centro è ben dotato di ciclabili o spazi adibiti al transito di bicilette, motivo per cui ho dato voto 8 a PC. A CDA ho dato voto 6: è vero che ce ne sono due ma per una popolazione così grande è veramente poco. A RCE ho dato 9 poiché ci sono ben 14 punti di erogazione elettrica, per ora possono bastare ma bisognerà aumentarne il numero. A SV ho dato 7: il fiume Brenta e Prato della Valle e i giardini botanici sono 3 aree che bastano a dare respiro a questa città. A CCA ho dato 8 poiché esistono le raccolte plastic free. Ho dato voto 5 a DP perché ho trovato spesso sporco per terra di vario genere e vie non proprio profumate… Voto complessivo 43 su 60

Venezia e Mestre. L’unico punto di accesso a Venezia da terra ferma è grazie al Ponte della Libertà dove è presente l’unica ciclabile ben segnalata. Devo dire che ho fatto molta fatica a trovare la ciclabile che mi portasse al BIKE PARK del parcheggio Roma di Venezia, servizio che invece ho apprezzato molto. Quindi a PC ho dato 5: ci sono ma sono confuse, interrotte e poco chiare. A CDA ho dato 7 : sono presenti due case dell’acqua a Mestre e l’acqua a Venezia invece è proveniente da una condotta che parte dalle acque del Sile, attraversa la laguna e la porta potabile in centro città. Ci sono anche le fontanelle in centro città ma non sono segnalate e neanche protette dal grande flusso dei turisti: si può fare di più! A RCE ho dato 10 poiché ho contato ben 18 punti di erogazione, numero consono alla popolazione e al prestigio della città. A CCA ho dato 8 poiché hanno una raccolta straordinaria di rifiuti dedicata a Venezia. A SV ho dato 6 per i litorali e qualche piccolo spazio verde, molti cantieri e spazi da riqualificare. E infine a DP ho dato 5: molto inquinamento dovuto all’afflusso di TIR, barche, e turisti. Mestre e Marghera sono spazi lasciati un po’ allo sbaraglio… si può sicuramente migliorare. Voto complessivo 41 su 60.

Treviso. Arrivare a Treviso è stato bellissimo grazie al percorso che segue il fiume Sile. Purtroppo la ciclabile si interrompe bruscamente e nel centro città le ciclabili fanno pietà, motivo per cui ho dato voto 4 a PC. L’acqua a Treviso è potabile e ci sono anche le fontanelle dove si può tranquillamente bere. Nonostante ciò Treviso ha ben 7 case dell’acqua, motivo per cui ho dato voto 10 a CDA. A RCE ho dato un altro 10 poiché sono 12 i punti erogazione elettrica. A SV ho dato 7: oltre al fiume Sile ci sono delle piccole ma graziose aree verdi in città dove è possibile ristorarsi. A CCA ho dato 8 poiché è presente la raccolta con Plastic Free e c’è una buona attenzione all’ambiente. A DP invece ho dato 5 perché ho trovato mozziconi di sigarette ovunque! Voto complessivo 44 su 60.

Belluno. Speravo che salendo a Belluno potessi trovare delle ciclabili degne di nota e invece sono rimasto deluso dalla loro scarsa presenza. Eccetto in entrata e in qualcosa di sconnesso in uscita non ho trovato percorsi meritevoli. Sarà che forse Vaia ha distrutto anche queste, ma da un capoluogo di montagna mi aspettavo di meglio, per cui a PC voto 4. Preciso anche che la situazione è totalmente diversa in altri comuni della provincia. Sebbene a Belluno non ci siano case dell’acqua, l’acqua potabile risulta essere una delle migliori d’Italia e quindi ho dato voto 5. Anche se è buona, un controllo tramite casa dell’acqua è decisamente meglio! A RCE ho dato 8: 6 colonnine per 35 mila abitanti è un buon risultato. A SV ho dato 8: ho trovato diverse aree verdi e ben curate, dove si respira un aria salubre, e sicuramente la cornice in cui la città è immersa, le da un vantaggio in più. A CCA ho dato 8 poiché è presente in maniera ufficiale la raccolta Plastic Free. E infine ho dato voto 10 a DP! Non ho trovato neanche un mozzicone di sigaretta a terra e altra cosa che mi ha colpito è stata la spettacolare gestione dei rifiuti tramite cassonetti a postazione fissa ben distinti. Voto complessivo 43 su 60.

Vicenza. Rispetto alle altre città a Vicenza ho dedicato meno tempo; ma tanto basta per dare un giudizio su ciò che ho visto e appreso. A PC ho dato voto 8: la Riviera Berica è un ottima attrattiva, e anche se le ciclabili in centro erano brevi , le ho trovate ben segnalate e accurate e la viabilità non è complicata. A CDA ho dato 10: Vicenza ha ben 7 case dell’acqua, forse complice il disastro causato da PFAS. A RCE ho dato voto 9 poiché hanno 14 punti di erogazione e per ora, ma solo nel breve termine, possono bastare.  A SV ho dato 7 poiché ho potuto vedere diverse aree verdi ed ampie, o strade ben alberate. A CCA ho dato 8 poiché hanno la raccolta plastic free ufficiale. A DP ho dato appena 6, complice il fatto che al mio arrivo ho trovato i disastri della tempesta appena passata sulle strade. Aldilà di questo ho trovato ambienti molto bui e privi di illuminazione. Voto complessivo 48 su 60.

Verona. Sono entrato da Verona Ovest e precisamente al quartiere Santa Lucia. Su quel cavalcavia ho trovato di tutto a terra. A DP infatti ho dato 4: ho trovato altri spazi imbrattati o trascurati, e anche odori spiacevoli in alcune vie. Altri spazi potrebbero essere rivalutati meglio. A CDA ho dato 0! Verona necessita di un servizio di erogazione dell’acqua al pubblico ed è una grave mancanza per questa città! A PC ho dato 8 : ci sono diverse ciclabili che portano ed escono da Verona e in centro anche la viabilità è buona e segnalata. A RCE ho dato 10 poiché Verona ha ben 16 punti di erogazione: in proporzione alla popolazione va fin troppo bene! A SV ho dato 8: nel lungo Adige ci sono varie aree verdi dove ci si può rilassare, e ci sono altri parchi all’interno del centro oltre al parco di Piazza Brà. A CCA ho dato infine 8, poiché anche qui c’è la raccolta convenzionata Plastic Free. Voto complessivo 38 su 60.

Ed ecco la classifica finale in tabella

CLASSIFICA CITTA’VOTO DI SOSTENIBILITA’
VICENZA48
TREVISO44
PADOVA E BELLUNO43
VENEZIA42
VERONA38
ROVIGO35

Come avete capito questo è risultato della mia esperienza personale ed è facile comprendere che nel giro di un anno le cose possano cambiare, e mi auguro che tante città migliorino quelle infrastrutture che permettono un accelerazione della transazione ecologica.  Di seguito lascio in allegato il documento “Veneto Tour” con cui ho valutato altri 21 comuni all’interno delle 7 province del Veneto con lo stesso sistema. I comuni in tabella sono: Legnago, Valeggio Sul Mincio, Lazise, Bosco Chiesanuova, Arzignano, Marostica, Bassano del Grappa, Valdobbiadene, Conegliano, Feltre, Agordo, Cortina d’Ampezzo, Auronzo di Cadore, Jesolo, Marghera, Codevigo, Chioggia, Porto Tolle, Adria, Lendinara, Badia Polesine.

In conclusione posso dire che la Regione Veneto ha ancora molto da fare proprio per quello che ha da offrire: ricordo che il Veneto possiede tanta arte, storia, molti siti Patrimonio dell’Unesco e un grande patrimonio idrologico e per questo motivo ritengo che debba allinearsi al meglio con la transizione ecologica.

Voi che ne pensate? Siete d’accordo? Fatemelo sapere! Seguitemi su Facebook, Instagram e iscrivetevi al mio canale di YouTube! E mi raccomando, mettete like, commentante e condividete.

COMUNI SOSTENIBILI

6 CONSIGLI PER UNA CITTA’ ECOLOGICA

Ciao a tutti! E bentornati su www.dalmarbozzo.com! Negli ultimi mesi sono stato impegnato per motivi di lavoro e ho avuto poco tempo per occuparmi di nuovi articoli. Premetto anche che per questo articolo non ci sarà un video annesso perché sto implementando gli strumenti audio e video! A breve partirò per un viaggio cicloturistico all’insegna della sostenibilità, ma di questo ne parlerò più avanti dandovi un report dettagliato.

Oggi desidero offrirvi delle iniziative pratiche per ridurre l’impatto ambientale all’interno del proprio Comune. Sono consigli che mi sento di dare per esperienza professionale e personale. Spero che siano di aiuto, o che possano avverarsi davvero.

Il mondo sta cambiando e ha compreso l’innegabile correlazione tra salute e cambiamento climatico. I Paesi benestanti stanno attuando fortemente un cambio di rotta: dal G8 al G20 , ogni partito politico e molte aziende hanno capito l’importanza dell’economia circolare. Che sia Green Washing con finalità di business, o che sia un vero interesse per l’ambiente, la parola d’ordine del 2021 è “sostenibilità”! La sostenibilità non è soltanto una questione ambientale o il trend del momento, ma dal mio punto di vista è un basamento indispensabile su cui si deve appoggiare qualsiasi tipo di crescita o cambiamento.

 Voglio fare un esempio inerente all’ultimo articolo  sul ghiaccio (https://www.dalmarbozzo.com/2021/04/03/ghiaccio-2/): un ghiacciaio si può definire sostenibile, solamente se le precipitazioni invernali sono pari o maggiori rispetto allo scioglimento estivo; questo perché il bilancio tra entrate invernali ed uscite estive è zero o poco superiore. Lo squilibrio si crea quando il bilancio è, ad esempio, a -1, cioè quando le entrate invernali sono inferiori alle uscite estive. Probabilmente nell’immediato non cambia assolutamente nulla, ma questo squilibrio nell’arco di 10 anni crea un enorme cambiamento poiché il risultato annuale capitalizza e si somma a quelli successivi. La sostenibilità ha molto a che vedere con il tempo che passa e spesso non si accorge che un’azione piccola può diventare grande. Quindi azioni che sembrano insignificanti, come gettare la cartina a terra, nel breve termine potrebbe essere vista come un “non muore nessuno e può capitare”; ma nel lungo termine si capisce che quell’azione diventa insostenibile perché la perdita complessiva accumulata negli anni è maggiore rispetto all’azione di quel frangente.  

Essendo un concetto astratto è difficile metterlo in pratica, soprattutto se si è in pochi a comprenderlo a pieno. Oggi offrirò ai comuni e ai cittadini soluzioni che dal mio punto di vista sono molto sostenibili rispetto a ciò che si è fatto finora. Mi rivolgo non solo a coloro che hanno una coscienza ecologica, ma anche a coloro che hanno potere esecutivo, come le amministrazioni comunali, nel rendere migliori e sostenibili le nostre città. Ecco qui 6 consigli per una città sostenibile:

  1. Avviare un protocollo di intesa per le raccolte straordinarie dell’immondizia: ad esempio Plastic Free è un organizzazione comunitaria No Profit che collabora con le amministrazioni comunali per eliminare quegli accumuli di sporcizia che ci fanno vergognare di essere umani. L’iniziativa è supportata da un referente o più per ogni comune. La partecipazione all’evento è totalmente gratuita, ed è sufficiente iscriversi con nome, cognome e indirizzo e-mail sul portale www.plasticfreeonlus.it ; questo evento organizzato è molto spesso pubblicizzato su tutti i social. Portate con voi guanti, abbigliamento comodo, e una borraccia (perché vi ricordo che idratarsi è importante , soprattutto se si fa movimento!). Se invece si vuole diventare referente, e quindi socio effettivo, la quota di iscrizione è di appena 30€. Ho partecipato personalmente a 2 raccolte plastic free: mi sono divertito, ho conosciuto persone nuove, ho fatto movimento, e mi sono sentito più “proprietario” e responsabile del luogo della raccolta. Questa iniziativa nel lungo termine è assolutamente sostenibile poiché si avvale di volontari che hanno a cuore la cura e la tutela dell’ambiente ottenendo un grande risultato: cittadini più responsabili, ambiente più pulito, ad un costo irrisorio (un po’ di tempo e energie). Ricordate: è sostenibile quando le entrate sono maggiori delle perdite!
  2. Installare case dell’acqua nel proprio comune. La casa dell’acqua è un bellissimo esempio di sostenibilità ambientale. Invito fortemente le amministrazioni comunali e anche i cittadini a prendere maggiori informazioni su questo progetto. Intanto vi spiego cos’è la casa dell’acqua: è un impianto di erogazione dell’acqua (tipo distributore automatico) al servizio dei cittadini; essi possono andare al punto di prelievo con le proprie bottiglie vuote e erogare acqua fredda, o gassata ad un prezzo irrisorio, che di solito è 0,05 € al Litro. L’impianto è dotato di avanzati sistemi di depurazione e rende dunque l’acqua del sindaco più gradevole! I benefici sono davvero innumerevoli: risparmio immediato per il cittadino, riduzione di acquisto di acqua in bottiglia di plastica; riduzione dei consumi di tutto ciò che gira attorno al trasporto e alla produzione delle bottiglie (petrolio, CO2);  riduzione dei rifiuti; si creano nuovi spazi dove si può sviluppare un senso di appartenenza ad una comunità e una coscienza ecologica. Mi soffermo sulla sostenibilità del progetto. Esso sta in piedi quando c’è una forte promozione da parte del comune che si esprime poi in grandi consumi che permettono di sostenere i costi di gestione della casa dell’acqua da elargire successivamente all’azienda fornitrice. Alcune regioni come il Veneto finanziano l’installazione delle casette dell’acqua. Per ulteriori informazioni vi invito a contattarmi!
  3. Installare eco-compattatori incentivanti: si tratta di un box-cassonetto dove il cittadino può portare la propria bottiglia di plastica, inserirla dentro al contenitore e ottenere una ricevuta di sconto da utilizzare nei negozi convenzionati! Il riciclo aumenta notevolmente, il cittadino è incentivato a smaltire la plastica correttamente e ottiene anche uno sconto sugli acquisti dei negozi locali. Favorire il riciclo e l’acquisto a km 0, è molto sostenibile. L’acquisto di questi eco-compattatori è a carico del comune, però è un ottimo investimento a lungo termine per creare un’economia circolare.
  4. Disporre di piste ciclabili: sono un’amante della mountain bike e credo fortemente che la sostenibilità di un comune si possa vedere anche attraverso la quantità e la qualità delle piste ciclabili. Se vi ricordate nell’articolo https://www.dalmarbozzo.com/2020/10/17/mobilita/ ho messo a confronto vari mezzi di trasporto e la bicicletta è stato il secondo mezzo vincente nella classifica finale. Le piste ciclabili danno maggior sicurezza sia all’utente che al conducente di mezzi a motore; diluiscono il traffico, permettono di non inquinare con il conseguente miglioramento della qualità dell’aria, sono ottimi spazi di svago e relax contro lo stress giornaliero lavorativo e infine stimolano la crescita del cicloturismo che promuove quindi il territorio locale. Le e-bike stanno seguendo una tendenza di crescita incredibile e possono, nel lungo periodo, sostituire le auto per le tratte giornaliere casa-lavoro nel raggio di 10 km. Il “bike to work” è una realtà non solo convalidata in molti Paesi del Nord Europa, ma anche retribuita per coloro che optano questa scelta ecologica.
  5. Sullo stesso filone della mobilità urbana, ritengo indispensabile promuovere e incentivare l’utilizzo di mezzi elettrici. Aldilà del trend in crescita dell’auto elettrica, ritengo che il supporto ad esso associato, come le colonnine, sia di fondamentale importanza per poter influenzare le scelte dei cittadini verso acquisti più sostenibili! Se un cittadino è consapevole che il proprio comune ha disposto le colonnine elettriche, è molto più facile che sceglierà un mezzo alimentato a batteria elettrica piuttosto che uno a combustione fossile.
  6. Rivalutare e riqualificare gli spazi in disuso o abbandonati all’interno del comune per edificare spazi verdi o adibiti alla mobilità green. Ad esempio parte della vecchia ferrovia Ostiglia -Treviso è stata riutilizzata come una ciclabile. Oppure si potrebbe costruire un parco o un area verde non solo per avere più ombra, ma anche  per ottenere una riduzione di CO2 nell’aria. Una città che possiede tanti spazi verdi, oltre ad essere più apprezzata dai cittadini, favorisce l’abbassamento di temperatura durante il caldo estivo. La differenza di temperatura tra asfalto assolato e asfalto ombreggiato è netta e si comprende dunque quanto sia importante avere spazi verdi nella propria città. E questi luoghi, a cui si da una seconda vita, possono diventare una vera attrattiva per i turisti!

Esorto infine i cittadini a spingere le amministrazioni comunali verso infrastrutture ecologiche come queste! Queste sono 6 idee per un comune sostenibile… Magari ce ne sono tante altre di cui non ho parlato e potete scrivermele voi. Magari qualcuna di queste iniziative è già presente nel vostro comune… Chiedetevi: il mio comune è sostenibile? Fatemelo sapere nei commenti!

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Vi ringrazio della vostra attenzione e ci vediamo alla prossima!!!  

GHIACCIO

Qualche problema tecnico del video. Consiglio la lettura anziché la visione del video!

LA CLESSIDRA DELLA VITA TERRESTRE.

Ciao a tutti! Bentornati su www.dalmarbozzo.com! Ho lasciato in sospeso l’argomento GHIACCIO, ed eccomi qui a riparlarne! In questo articolo voglio spiegare alcuni aspetti fondamentali sulla correlazione che c’è tra criosfera e cambiamento climatico.

Vi sarà sicuramente capitato di vedere le incredibili immagini che riprendono il distaccamento di enormi blocchi di ghiaccio che si separano dalla costa delle calotte polari… Immagini che creano sgomento e preoccupazione dal momento che si pensa che i ghiacciai, ovunque essi siano, siano talmente grandi e solidi da renderli immortali. E invece non è così!

Desidero davvero farvi rendere conto dell’importanza dell’acqua allo stato solido e in questo articolo mi concentrerò sulla CRIOSFERA, cioè quell’insieme di parti che compongono tutto il ghiaccio complessivo sulla Terra.

La criosfera è presente sui rilievi sotto forma di ghiacciai, punto di partenza dei fiumi e del ciclo idrologico. E’ presente sulle calotte polari dell’Antartico e dell’Artico in forma di iceberg, permafrost, e banchine. Possono essere brevemente definiti come segue: gli Iceberg sono delle grandi masse di ghiaccio staccate dalla terra ferma che galleggiano nell’acqua, e noi ne scorgiamo sulla superficie marina soltanto il 10%; il permafrost è un terreno perennemente ghiacciato tutto l’anno; e infine le banchine sono stratificazioni di acqua salata ghiacciata che fiancheggiano le terre emerse nelle zone polari, ed esse si possono formare soltanto quando la temperatura dell’acqua di mare è inferiore a -1,8° per 100/150 m di profondità. La parte di criosfera che maggiormente conosciamo è attraverso l’evento climatico della NEVE. La neve infatti ha il compito importante di alimentare i ghiacciai: quando essa si deposita sui ghiacciai si ghiaccia a sua volta e crea un nuovo strato. Il bilancio idrico dei ghiacciai deve essere positivo, e ciò avviene quando lo scioglimento estivo è minore della stratificazione invernale. Al contrario, un bilancio idrico negativo porterà inesorabilmente alla morte del ghiacciaio stesso.

Perché la CRIOSFERA  sta fondendo così velocemente e perché è così importante? La fusione della criosfera, e in particolare dell’Antartico e dell’Artico è dovuta principalmente all’aumento di emissioni di CO2. Come ho già accennato in altri articoli, il biossido di carbonio aumenta il potere dell’effetto serra, che intrappola le radiazioni solari nell’atmosfera surriscaldando l’aria e modificando, di conseguenza, il ciclo idrologico di cui ho già parlato. Dal dopo in guerra in poi la ripresa economica e l’industrializzazione ha portato i Paesi ad un consumo eccessivo di risorse che hanno rilasciato, direttamente o indirettamente nel corso degli anni grandi quantitativi di CO2, aumentando di conseguenza la temperatura mondiale. Il limite a cui dobbiamo sottostare per evitare il punto di non ritorno è un aumento di temperatura pari a 2 gradi. Sopra questa soglia il rischio è l’inevitabile scioglimento totale della criosfera e successivamente l’aumento del livello dei mari e di conseguenza grandi esondazioni di fiumi e perdite di terreno.

La criosfera svolge diversi compiti importanti e ne elenco 3,  quali hanno conseguenze rilevanti per il clima terrestre.

1 Il ghiaccio ha un potere riflettente maggiore rispetto all’acqua e questo significa che ha maggiore capacità di respinta delle radiazioni solari, e dunque, in parole più semplici il ghiaccio è alleato della riduzione dell’effetto serra. Più ghiaccio abbiamo e più riusciamo a conservarlo e minore sarà l’aumento di temperatura!

2 Le banchine di ghiaccio sono l’habitat fondamentale per tantissime specie marine e autoctone di quei luoghi: pinguini, foche, orsi polari, altri uccelli si nutrono dei pesci sottostanti ed essi scelgono queste zone poiché sono ricche di ossigeno e di plancton, che è alla base della catena alimentare marina. Se le banchine di ghiaccio nelle calotte polari si fondono e scompaiono del tutto si va a distruggere un intero eco-sistema che alimenta quindi la nostra estinzione.

3 Il ghiaccio previene la desalinizzazione dei mari: l’acqua marina salata a contatto con l’acqua fusa dal ghiaccio fa diminuire la concentrazione dei sali disciolti nel mare. Il sale ha la capacità di aumentare la resistenza all’evaporazione: un litro di acqua salata impiega più tempo ad evaporare rispetto ad un litro di acqua dolce. Questo significa che, se nei mari si sciolgono grandi quantità di ghiaccio, essi avranno minori quantità di sale, ed inevitabilmente la loro capacità di evaporazione aumenta incidendo non soltanto sul calore dell’atmosfera, ma anche sulla corrente termoalina. La corrente termoalina funziona in base alla densità, temperatura e pressioni delle acque. Per farla breve, è un immenso nastro trasportatore che collega tutte le correnti dei mari ed essa è  la principale responsabile dei cambi di stagione. Dunque, tornando alla desalinizzazione, un’acqua meno salata è un ‘acqua meno densa, e un’acqua meno densa è un’acqua che modifica la corrente termoalina e di conseguenza crea una distorsione netta nell’alternanza delle stagioni.

So che per certi aspetti queste informazioni danno un certo senso di ansia e impotenza, ma  so anche che sono conoscenze utili per costruirsi una consapevolezza ecologica finalizzata al miglioramento delle nostre azioni quotidiane! Concludo dicendo che i ghiacciai ricoprono il 10% delle terre emerse e racchiudono il 75% delle riserve mondiali di acqua dolce, e dunque preservare il ghiaccio significa salvare la vita sulla Terra.

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WATER WORLD DAY

LA GRATIDTUDINE PER L’ACQUA

Ciao a tutti!!! Oggi è un giorno speciale dedicato all’acqua! Infatti oggi 22 marzo 2021 è la giornata mondiale dell’acqua. Questa giornata è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e quest’anno si vuole mettere al centro dell’attenzione il collegamento tra acqua e cambiamenti climatici.

Come sapete ho sempre messo in evidenza la correlazione tra acqua e clima e per questo motivo vi invito a rileggere tutti i miei precedenti articoli! In particolare potrete trovare tale legame tra clima e acqua nei seguenti link : https://www.dalmarbozzo.com/2020/09/19/il-ciclo-idrologico/. Ma aldilà di questa correlazione, vi invito davvero a rileggere tutti gli articoli inerenti all’acqua presenti nel mio blog!

In questo articolo non dirò nulla di nuovo, e semplicemente darò delle motivazioni personali per essere grati per l’acqua che abbiamo.

  1. L’acqua è il primordio della vita! Ne ho parlato in questo articolo dove spiego le caratteristiche speciali dell’acqua: https://www.dalmarbozzo.com/2020/06/13/4-cose-che-assolutamente-non-puoi-non-sapere-sullacqua/ . L’acqua ha delle caratteristiche che hanno permesso una sorta di intelligenza chimica: i primi organismi monocellulari hanno creato reazioni complesse per mezzo delle proprietà di polarità e struttura dell’acqua! L’acqua è sempre stato il mezzo di costruzione tra elementi e cellule! Noi proveniamo da questa “intelligenza chimica” ed è il motivo per cui si dice che l’acqua è vita! Niente di più vero e spero tanto che anche voi lo comprendiate!
  2. L’acqua fa bene! Uno dei motivi per cui sono grato dell’acqua è che è una sostanza che ci dà benessere! Non solo ci disseta, ma anche ci rende più efficienti, più energici, stimola i processi di digestione e la sintesi chimica dei nostri processi di assimilazione, ci rende più snelli e giovani mentalmente e fisicamente. Non so come la pensate voi, ma per me non c’è nulla di così buono come l’acqua! Ricordatevi che siamo fatti mediamente al 70% di acqua ed importantissimo rimanere idratati! Infatti ricordatevi di bere almeno 2 litri di acqua al giorno! E su questo argomento vi rimando all’approfondimento con la dietista Chiara Andreella.  https://www.dalmarbozzo.com/2020/05/30/perche-e-cosi-importante-bere-acqua/ e https://www.dalmarbozzo.com/2020/06/06/quanta-acqua-bisogna-bere/ .
  3. L’acqua plasma e da forma ad ogni cosa: il suo potere di erosione, goccia dopo goccia, e di trasporto di materiali, ha plasmato e formato il nostro ambiente. Bellezze panoramiche come le Dolomiti, il Gran Canyon, o qualsiasi altra montagna che vi fa battere il cuore sono a causa  dell’acqua! Ogni lago, fiume, spiaggia spazio verde che abbiamo sulla nostra Terra è sempre merito dell’acqua! Da quando siamo costretti a rimanere più chiusi in casa , ci siamo accorti del grande desiderio di stare all’aperto e godere della natura! Personalmente non c’è niente di meglio che farsi una bella biciclettata tra i monti e panorami mozzafiato! Sono grato all’acqua per l’ambiente che mi circonda! Ci regala un senso di pienezza e di unione con la Terra!
  4. L’acqua in tutte le sue forme genera il clima e le temperature della Terra! Come ho già accennato nel ciclo idrologico e le correnti termoaline permettono di godere dell’alternanza delle stagioni: la neve  d’inverno, la nebbia in autunno, la pioggia in primavera, e la brezza in estate. Questo è come la vedo io … E ora che siamo in primavera, sappiate che è sempre merito dell’acqua su questa Terra ed è il motivo cardine per cui bisogna imparare a darle il giusto valore come elemento importantissimo per comprendere il cambiamento climatico.    

Concludo semplicemente con una citazione di San Francesco d’Assisi che ha racchiuso in una sola frase la bellezza di questa sostanza: per sorella acqua, la quale è tanto utile e umile, preziosa e pura.”

Buona giornata mondiale dell’acqua a tutti!

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VENDING PLASTIC FREE

Il mio progetto nei dettagli

Se due mesi fa le condizioni per portare avanti il mio progetto erano decisamente sfavorevoli, oggi invece la situazione sta cambiando grazie agli investimenti economici del governo per la transazione ecologica. Durante questo periodo ho avuto la piacevole fortuna di essere contattato da Urban Credit, attraverso il mio canale di Instagram. Questa azienda è una Start-Up che promuove i progetti sostenibili e mi ha chiesto di condividere con loro la mia idea. Pubblicando l’idea con loro ho la possibilità di trovare sostenitori e sponsor: infatti ogni firma digitale ricevuta, raccoglierà 1€ sul portale di Urban Credit per il sostegno dell’idea fino al completamento del budget prestabilito! Ho accettato perché la paura di rischiare di gettare all’aria un’anno di ricerca e sforzi è maggiore a quella di fallire. C’è anche da considerare che i tempi sono diventati maturi per esporre  il progetto, e anche se non ho la pretesa di essere il primo con questa idea, vorrei almeno vedere cosa ne consegue. Tutto ciò che condividerò con voi è il frutto di esperienza e ricerca personale: ho viaggiato da Teramo a Torino in cerca di risposte e ho avuto il piacere di conoscere diverse aziende del settore e fare ulteriori approfondimenti con delle persone molto competenti.

E torniamo quindi alla promozione di UrbanCredit: se credete che questo progetto possa non solo giovare ai vostri interessi, ma anche all’ambiente, io vi invito a firmare attraverso il portale di UrbanCredit e sostenere l’iniziativa. Mi rivolgo non solo agli amici, che da tempo mi seguono, ma anche a quelle aziende che sono nel settore del vending, nella depurazione dell’acqua e in quello dei soft drink! Avete in mano molte risorse e le competenze per fare i giusti investimenti e avviare il progetto. Questo è un ottimo investimento per il futuro della Terra! Con i soldi che raccoglierò ho intenzione di creare un prototipo e cercare altri partner. Se questa idea dovesse invece arrivare a chi ha già un prototipo, io vi invito a contattarmi, perché ho desiderio di aiutarvi e rinuncerei alla titolarità del progetto per un bene superiore. Spero che questa descrizione del progetto sia di vostro gradimento e che gli sforzi finora raggiunti possano dare vita a qualcosa di buono!

Se desideri sapere di più della mia idea clicca al seguente link e aderisci all’iniziativa con la tua firma digitale:  https://urbancredit.it/progetti/vending-plastic-free/ 

Continuerò a sensibilizzare gli argomenti di acqua e Green Economy, seguitemi su Facebook, Instagram, iscrivetevi al mio canale di YouTube, mettete like, commentate e condividete! Alla prossima!

BONUS IDRICO

La transazione ecologica parte dall’acqua.

Nelle ultime settimane sono successe davvero tantissime cose che hanno richiesto la mia attenzione. Nell’ultimo articolo ho parlato di ghiaccio in maniera generica e ho promesso che avrei continuato l’argomento sulla criosfera nella puntata successiva; però devo assolutamente dare priorità ad argomenti molto più interessanti ed attuali.

Infatti voglio spiegare il “Bonus Idrico” presentato nella legge di bilancio 2021; che cos’è, qual è il suo scopo, quali benefici può dare, chi ne può beneficiare e in che modo lo si può ottenere.

Per prima cosa c’è da dire che il governo italiano ha definito un piano di rilancio per il post Covid.  Tale piano è stato chiamato “Recovery Plan” per il quale sono stati stanziati 196 mld di €. Di questi, ben 74,3 mld di euro sono stati destinati per la transazione ecologica . Ciò rappresenta quindi un chiaro segno di cambiamento di rotta a favore dell’eco-sostenibilità dell’ambiente. Una grande vittoria per chi da tempo ha sensibilizzato con forza i temi legati alla salvaguardia del nostro pianeta: nel mio primissimo articolo ho parlato della GREEN WAVE come la grande rivoluzione verde che avrebbe stravolto tutto, e ad oggi, noto con piacere, ci sono tantissimi indicatori che confermano l’arrivo di questo cambiamento. Aldilà di questa considerazione personale, dei 74,3 mld di euro, 9,4 mld sono stati destinati alla tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica e di questi soldi, ben 20 milioni destinati al cosiddetto bonus idrico.

Il bonus idrico appartiene alla legge di bilancio 2021, precisamente alla legge 30/12/20 n.178 che provvede incentivi di rilancio mirati in diversi settori. Infatti il testo originale è suddiviso in vari articoli e commi e quelli che prendo in considerazione sono i commi 61-65, 1087-1089 dell’articolo 1.

I commi dal 61 al 65 riguardano provvedimenti finalizzati all’implementazione dell’erogazione idrica. Si elargiscono contributi fino a 1000 € per persone fisiche che sostituiscono i vecchi sanitari, i rubinetti, i soffioni e gli scarichi dell’acqua (lo sciacquone) con apparecchiature che possano, o contenere un massimo di 6 litri, o erogare un massimo di 9 litri al minuto. L’intento è chiaramente quello di ridurre lo spreco idrico e preservare l’acqua come bene prezioso.

Ai sensi dei commi 1087, 1088 e 1089 si istituisce un credito di imposta per l’acquisto di sistemi di filtraggio, depurazione, addizione di CO2 alimentare (E290), refrigeratori e miglioramento qualitativo delle acque destinate al consumo umano. Tali sistemi li ho già trattati in altri articoli e potete rivederli qui: https://www.dalmarbozzo.com/2020/09/12/acqua-fredda-o-gassata/

I beneficiari di questo credito sono le persone fisiche e i titolari di partita IVA, ed esso corrisponde al 50% delle spese sostenute dal 01/01/21 al 31/12/22 fino a 1000 € per unità immobiliare, e fino a 5000€ per immobili di attività commerciali fino ad esaurimento fondi per l’anno 2021 e 2022. L’ammontare del fondo è pari a 5 milioni per ogni anno.

Come richiedere il bonus? Faccio un esempio pratico per spiegarmi meglio! Io voglio acquistare un depuratore a carbone attivi per la mia famiglia (vi rimando a questo link per andare a vedere quale sistema di depurazione è migliore: https://www.dalmarbozzo.com/2020/07/04/vuoi-migliorare-la-qualita-della-tua-acqua-potabile/ ) che costa 1160 €. Mi faccio dare, da chi vende il sistema di depurazione, le coordinate bancarie per effettuare il bonifico. Il bonifico deve avere alcune caratteristiche: 1 essere nominale, cioè con i vostri dati ( nome, cognome, codice fiscale e indirizzo civico valido); 2 deve corrispondere al prezzo di vendita, e quindi si paga a prezzo pieno; e 3 deve riportare nella causale la dicitura che include il bonus idrico. Apro una parentesi: al momento non ci sono ancora indicazioni precise dall’Agenzia dell’Entrate su tale dicitura, e sulla modalità del pagamento del bonus, ma tanto basta per portarsi avanti. Una volta effettuato il bonifico dovrò andare a fare la dichiarazione dei redditi (il modello 730) e porterò con me la copia del bonifico includendola nella dichiarazione. In questo modo avrò accesso alla detrazione fiscale e il bonus di 580€ (la metà di 1160) mi verrà bonificato per intero l’anno successivo o nell’arco di 10 anni.

È un occasione veramente grande per tutti! Non ci si può far scappare un bonus di questo tipo perché gli obiettivi di tale bonus sono mirati a preservare la risorsa idrica, a evitare lo spreco, e soprattutto a ridurre l’impatto ambientale causato da contenitori di plastica. Questa normativa infatti è il miglior modo per innescare un  cambio di mentalità e attuare comportamenti eco-sostenibili e virtuosi. È uno strumento eccezionale per contribuire alla lotta della plastica, che , desidero ricordarvi, verrà tassata da luglio 2021 in maniera più concreta e porterà ad un aumento dei prezzi per l’acqua in bottiglia di plastica. La transazione ecologica voluta dal governo per l’economia circolare parte proprio dalla cosa più preziosa che abbiamo: l’acqua. Se volete ulteriori informazioni e suggerimenti, non esitate a chiamarmi per adoperarvi a prendere vantaggio da questo bonus idrico.

Spero che molti di voi si facciano degli acquisti in questo settore e che questo articolo possa esservi d’aiuto! Arriveranno altre novità! Seguitemi su Instagram e su Facebook, mettette like, condividete, commentate, e iscrivetevi al mio canale di YouTube! Alla prossima!

GHIACCIO

UNA FORMA DELL’ACQUA

https://youtu.be/Skv8ak3fcKY

L’ultima volta ho spiegato in maniera generica il mondo dell’agricoltura biologica e della biodinamica e per quale motivo sono importanti non solo per la Green Economy, ma anche per la riduzione dell’impatto ambientale. Altro elemento fondamentale da considerare per la salvaguardia dell’ambiente è il GHIACCIO.

In questo articolo spiegherò cos’è, come si genera, quali sono le sue caratteristiche e infine qualche curiosità su di esso.

Che cos’è e come si genera? Il ghiaccio è acqua allo stato solido ed esso si forma quando la temperatura dell’acqua è sotto lo zero termico ad una pressione di 1 atmosfera. La sua origine può essere o naturale, e quindi si genera dal ciclo idrologico dell’acqua (https://www.dalmarbozzo.com/2020/09/19/il-ciclo-idrologico/), oppure umana, cioè attraverso i frigoriferi, di cui ho già spiegato il funzionamento in questo articolo https://www.dalmarbozzo.com/2020/09/12/acqua-fredda-o-gassata/. Quindi conosciamo il ghiaccio in questo modo: o con i fenomeni atmosferici (grandine, neve, e ghiaccio sulle superfici) oppure quando apriamo il nostro freezer ed esso è definito ghiaccio Ih.

Quali sono le sue caratteristiche? La particolarità del ghiaccio sta nella sua struttura chimica. Se vi ricordate, in un mio precedente articolo (https://www.dalmarbozzo.com/2020/06/13/4-cose-che-assolutamente-non-puoi-non-sapere-sullacqua), vi ho spiegato che la molecola di acqua (H2O) è a forma di V per i legami idrogeno e per il legame covalente. Le molecole disposte a tetraedro in prossimità dello zero tendono ad irrigidirsi creando strutture esagonali e quindi rimane meno spazio per altri possibili legami; ne consegue, quindi, un’acqua poco densa. Allo zero termico l’acqua si ghiaccia aumentando il volume in maniera “esponenziale”.  Pertanto, la disposizione delle molecole è tale per cui i legami  tra atomi sono minimi e seguono uno schema esagonale a cristallo. Questa particolarità rende il ghiaccio meno denso dell’acqua e spiega perché esso galleggia.

Curiosità. Se il ghiaccio che conosciamo ha una nominazione specifica come I, vuol dire che esistono altri tipi di ghiaccio. Alock Jha nel “ Il libro dell’Acqua” spiega ed elenca i vari tipi di ghiaccio che conosciamo. In particolare si possono ottenere in laboratorio altri tipi di ghiaccio aumentando la pressione in modo crescente; si è giunti infatti ad ottenere il c.d. ghiaccio XVI. Sostanzialmente si sfrutta la pressione atmosferica per diminuire lo spazio tra le molecole in maniera tale che si possano creare strutture chimiche differenti e aumentare infine la densità fino all’80% in più rispetto al ghiaccio normale. Alcuni di questi tipi di ghiaccio hanno suscitato molto interesse nel mondo scientifico, come ad esempio il ghiaccio cubico: è un ghiaccio XV lasciato sciogliere dove la struttura esagonale è disposta una sopra l’altra. Dal punto di vista energetico è eccezionale: tanta materia in poco spazio e magari un giorno potrebbe venire utilizzato come fonte energetica rinnovabile!

Incredibile vero? Ma c’è un’altra curiosità di cui vorrei parlare a dimostrazione di quanto l’acqua sia incredibile: l’effetto Mpemba. Nel 1963 un ragazzino tanzanese di nome Erasto Mpemba, in un esperimento scolastico finalizzato a creare il gelato, fece una scoperta incredibile! Inserì la sua miscela di latte, acqua e zucchero ancora bollente anziché farla raffreddare come da manuale, e scoprì successivamente che il suo gelato era pronto prima degli altri! Questo effetto si chiama Mpemba! Avviene quando l’acqua bollente ghiaccia prima di un acqua a temperatura ambiente. A questo effetto, incredibilmente, non si è ancora giunti ad una spiegazione scientifica completa!

Se ci sono altre curiosità o informazioni che non ho detto, vi esorto a scrivermi e provvederò ad aggiungerle! Sicuramente in un altro articolo spiegherò tutto ciò che riguarda la criosfera. Nel frattempo mettete like, iscrivetevi al mio canale di YouTube, condividete, commentate e seguitemi su Instagram e Facebook!

RITORNO ALLE ORIGINI

Agricoltura Biologica e Biodinamica.

L’ultima volta ho riassunto tutto ciò che ho fatto per la realizzazione del mio progetto. Ovviamente mentre proseguo la mia lotta alle bottiglie di plastica mi vengono in mente altri argomenti interessanti di cui vorrei trattare. Uno di questi è l’agricoltura biologica e biodinamica.

La prima volta che sono entrato in contatto con questi termini risale al 2014 per merito di un’azienda che produce integratori alimentari con questi sistemi di coltivazione. Rimasi particolarmente colpito dalle tecniche descritte, tant’è che recentemente sono andato a riprendere in mano quelle informazioni per approfondire l’argomento.

La prima cosa da tenere in mente è la definizione di “agricoltura”, ossia quel settore alimentare in cui si usufruisce dei doni della terra ed è di grande importanza poiché da esso si traggono i nostri principali alimenti. Se ci pensate la maggioranza delle diete del mondo prevede l’utilizzo dei cereali (mais, frumento, riso, orzo, avena ecc…): il pane è praticamente l’alimento universale e senza i cereali l’uomo sarebbe ancora all’età della pietra e non avrebbe potuto costruire società e città come oggi noi le conosciamo.

L’agricoltura, ovviamente, nel tempo si è sviluppata e modernizzata al punto tale da creare processi intensivi: cioè sfruttare tutto il potenziale delle proprietà nutritive della terra impattando però, inevitabilmente sull’ambiente. Infatti, se questi processi all’inizio potevano dare sostentamento a molte più persone e soddisfare la domanda di mercato, oggi invece ci si accorge di come il terreno, utilizzandolo in questo modo, non solo si impoverisca e quindi renda meno, ma anche la coltivazione che ne si ottiene diventa più vulnerabile alle condizioni esterne.

E così, ormai da tempo, e in particolare dall’EXPO 2015 intitolato “Nutrire il Pianeta”, si è rimesso al centro dell’interesse l’agricoltura biologica e biodinamica, che sebbene siano collegate all’agricoltura, costituiscono due metodi distinti. Eccoli qui una speigazione.

Per Biologica si intende quella agricoltura che utilizza un prodotto naturale finalizzato o all’eliminazione dei parassiti naturali o all’incremento della fertilità o per entrambi gli scopi. In concreto, anziché utilizzare pesticidi o prodotti di sintesi chimica si disperde sul terreno fertilizzanti di origine naturale che possano proteggere le piante da aggressioni parassitarie. L’evoluzione del settore biologico è stata quella di comprendere le dinamiche tra piante, animali e parassiti e quindi, al posto di utilizzare un prodotto naturale che potesse eliminare i parassiti, si è passati all’inserimento di antagonisti naturali. Oltre alla tecnica della sarchiatura che consiste nel proteggere la base e le radici delle piante con cumoli di terra ben equidistanti tra loro, si è deciso di inserire alcuni animali che potessero eliminare da sé i potenziali danni: le coccinelle e i crisopidi sono insetti capaci di fagocitare efficacemente gli afidi che sono parassiti delle piante; oppure l’introduzione di uccelli predatori è un ottimo deterrente per uccelli più piccoli e per i roditori; oppure inserire i lombrichi assicura una qualità migliore del terreno poiché attraverso la loro digestione di terra rilasciano notevoli sostanze nutritizie.    

Per Biodinamica si intende quella agricoltura che tiene in considerazione i normali ritmi naturali di tutte le specie coinvolte nella coltivazione e che è volta a mantenere e preservare l’ecosistema senza compromessi ambientali. Si potrebbe parlarne per ore di questo argomento ma qui elenco semplicemente gli aspetti principali che si tengono in considerazione: la stagionalità dei raccolti e dei cicli parassitari, il meteo e quindi la quantità di acqua da utilizzare senza sprechi, la transumanza e il pascolo del bestiame, la ciclicità e l’alternanza delle colture volte a non impoverire il terreno (il trifoglio e la veccia se mescolate nel terreno sono rigeneranti dei nutrienti del suolo). Tutti questi aspetti permettono di stabilire un equilibrio tra produttività del raccolto e impatto ambientale mantenendo così inalterato l’ecosistema.

Da ciò si può comprendere come l’agricoltura biologica e biodinamica rientrino nella Green Economy perché non solo costituiscono un business che vede soddisfare le esigenze dei consumatori odierni più attenti all’eco-sostenibilità, ma anche perché sono diventate indispensabili per poter mantenere uno sviluppo economico sostenibile per i futuri 10 miliardi di persone che avremo entro il 2050. Quindi – con questa prospettiva futura – ben venga che i singoli agricoltori o altre aziende utilizzino questi metodi; ben venga che si compri a Km0 dall’ortofrutta del paese, e ben venga che si possa avere un piccolo orto in casa. Con questo “ritorno alle origini “ si può pensare di preservare maggiormente la nostra amata Terra e prevenire i disastri climatici.

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IL MIO PROGETTO

https://youtu.be/tJl2DlHisXw

Troppo avanti per essere vero!

Oggi farò un piccolo riassunto di ciò che ho realizzato nei mesi precedenti nel proseguimento del mio progetto per eliminare la plastica. Non darò spiegazioni specifiche di che cosa voglio fare per tutelare la mia idea e vi chiedo di accettare le informazioni generiche che vi darò.

Sono partito a maggio non sapendo praticamente nulla di come Instagram funzionasse: hashtag , stories, pubblicazioni, applicazioni grafiche o programmi di editing. All’inizio mi sono fatto aiutare parecchio su queste abilità da un paio di persone: ringrazio infatti Giovanni Buoso, Marco Seghetto e Michele Cavatton per il supporto e aiuto che mi hanno dato e che puntualmente sono disponibili a darmi una mano nel caso ne avessi bisogno! Andando avanti ho imparato a fare da solo e ormai sono autonomo da mesi per quanto riguarda la gestione del mio blog e tutto quello che ne consegue! Vi dirò che è una sfida a volte molto impegnativa che richiede tempo, costanza ed energie.

Nonostante tutto io sia ad un livello amatoriale in un mondo di professionisti grafici , ho ricevuto, con piacere, delle richieste e proposte di collaborazione da 4 persone. Tre di queste persone erano interessati a sapere di più del mio progetto e  con 2 ho scambiato volentieri informazioni utili per direzionarmi meglio in un mondo ( quello dell’acqua) che in Italia è appena all’inizio. Alla fine ho trovato quello che cercavo: ci sono un paio di aziende in Italia che hanno a che fare con progetti inerenti l’acqua plastic-free. Hanno creato qualcosa di simile a ciò che più di un anno fa ho pensato ma non esattamente come la vorrei io.

Mentre facevo le varie pubblicazioni, ho portato avanti una ricerca più approfondita sul mercato dell’acqua del vending, e sui soft drink per comprendere le dinamiche interne e quando sarà possibile arrivare a quello che ho in mente. Attualmente, a causa  del Covid-19, tante cose sono ferme e fanno fatica a decollare, e quindi la mia idea è anacronistica per quello che stiamo vivendo e molto semplicemente devo aspettare condizioni migliori dell’economia affinché la mia idea, non solo possa prendere piede, ma anche diventi una necessità di mercato. Sono comunque ben contento di accettare altre proposte di collaborazione o di valutare altre richieste.

Ovviamente non ho intenzione di rimanere con le mani in mano e aspettare la fine della pandemia e la ripresa dell’economia; quindi ho deciso di affrontare il problema della plastica con tutti i mezzi che conosco e che ho in mano. Quindi il mio obiettivo sarà di aiutare persone, famiglie, aziende, scuole e comuni a liberarsi delle bottiglie di plastica. Sarò per voi il vostro consulente per l’acqua plastic-free.

Questo significa che le mie pubblicazioni saranno meno frequenti, ma condividerò con voi le mie vittorie senza plastica, e occasionalmente qualche articolo per darvi ulteriori informazioni.

Sperando che la cosa sia gradita potete contare sul mio aiuto, e fin da subito voglio offrire una consulenza gratuita a tutti coloro che desiderano eliminare le bottiglie di plastica dalla loro vita. Quindi non esitate a contattarmi! Insieme possiamo trovare una soluzione idonea alle vostre necessità; insieme possiamo affrontare questa guerra alla plastica e vincere! Sono qui per questo!

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IL FUTURO DELL’ACQUA

ACQUA DALL’UMIDITA’ DELL’ARIA.
https://youtu.be/rDfRpphww5A

Le ultime volte mi sono addentrato in argomenti di Green Economy, con diverse. In questo articolo ho intenzione di riprendere in mano l’argomento acqua, poiché nell’articolo dell’impronta idrica ho accennato sulla possibilità di prelevare acqua in modo inconsueto dai modi maggiormente conosciuti.

Alla luce dei cambiamenti climatici, ormai da una decina di anni si sono fatti studi più approfonditi sui fenomeni atmosferici come brina, nebbia e rugiada. In questo articolo spiegherò come funzionano e perché sono interessanti per le prospettive future della tecnologia.

Per capire come si forma la nebbia, la rugiada e la brina si deve prima comprendere come funziona la condensa dell’aria che, come ho già scritto, appartiene al ciclo naturale idrologico dell’acqua.

Anzitutto c’è da ricordare che l’aria è un composto di più elementi tra cui anche vapore acqueo, cioè acqua allo stato gassoso. Quindi la condensazione dell’aria può essere di due tipi: volumetrica o superficiale. La volumetrica appartiene propriamente ai volumi d’ aria di massa e calore differente: quando si scontrano esse formano nuvole di vario genere che successivamente possono generare pioggia. Quella superficiale invece avviene tra elementi solidi e aria: una massa d’aria calda se si scontra con una superficie più fredda o viceversa crea condensa. Nebbia, brina e rugiada sono 3 forme meteorologiche della condensa naturale. Vediamole una ad una.

Nebbia. Tipica della stagione autunnale si forma quando il suolo, che intrappola calore, tramite irraggiamento solare, e lo rilascia con l’avvento della notte, incontra masse d’aria fredda. Quando il livello di umidità, cioè la concentrazione di acqua all’interno dell’aria, è alta e incontra la stagione autunnale, ovvero mite di giorno e freddo alla sera e al mattino, si creano minuscole goccioline di acqua che nel complesso formano i banchi di nebbia.

Brina. Tipica dell’inverno e avviene per condensazione superficiale. Quando le superfici fredde incontrano aria fredda e tutto sotto lo 0 termico, la differenza di temperatura tra superfici ed aria, sebbene sia poca, crea le condizioni ideale per formare micro-cristalli che si poggiano sui prati tetti  portando dunque la nascita della brina.

Rugiada. La rugiada avviene per condensazione superficiale ed è il fenomeno atmosferico più noto già da tempo; infatti esso era ben compreso dalle popolazioni bizantine nel 500 A.C. con i cosidetti stagni di rugiada e ha permesso a molti esseri viventi di questa terra di sopravvivere in terre dove le condizioni sono avverse alla vita. La rugiada non è nient’altro che la condensazione in gocce d’acqua dell’umidità dell’aria su una superficie, e si forma nel momento in cui una superficie calda incontra l’aria fresca. Quello che ne consegue si chiama punto di rugiada.

Il punto di rugiada è il momento in cui la concentrazione di acqua nell’aria o sulla superficie è talmente elevato da passare dallo stato gassoso a quello liquido formando le gocce di rugiada di varie dimensioni. In ogni fenomeno atmosferico esiste il punto di rugiada ed è tutt’ora di grande interesse per il futuro dell’umanità.

Come immagino che abbiate capito, l’acqua è presente anche in grandi quantità anche laddove si pensa che non ce ne sia e stanno nascendo tecnologie legate alla produzione dell’acqua grazie all’apprendimento delle conoscenze sul punto di rugiada. Nelle Ande ad esempio esistono luoghi completamente autonomi nell’approvvigionamento dell’acqua, perché hanno creato le trappole per le nuvole e per la nebbia affinché poi possano raccogliere le gocce della condensa dell’aria. Esse consistono nel posizionare dei lunghi reticolati che appoggiano su vasche di raccoglimento; quando le reti si scontrano con le nuvole o con la nebbia esse diventano la superficie condensante per creare il punto di rugiada e formano goccioline che, man mano che scendono per gravità al suolo, vengono raccolte nelle vasche di raccoglimento.

Il loro funzionamento ha ispirato le odierne tecnologie: esistono, e saranno più frequenti in previsione di scarsità idrica, macchinari capaci di trasformare l’umidità dell’aria in acqua potabile anche in mezzo al deserto. In che modo? All’interno di queste macchine è presente una camera che raccoglie l’aria dall’esterno, la comprime aumentando così la densità dell’umidità, si scontra con un reticolato caldo all’ interno, si forma la condensa e quindi le gocce d’acqua scivolano incanalate in un depuratore e infine servite direttamente all’utente. La cosa straordinaria di questa tecnologia è che può essere alimentata da un pannello solare e quindi, in definitiva, acqua potabile ad impatto 0 in qualsiasi luogo e in qualsiasi condizione! Allo stato attuale si stanno facendo dei miglioramenti sulla quantità d’acqua che si può erogare, che per ora risulta limitata all’uso domestico, ma ciò non esclude che si possa sfruttare questo macchinario per ben altri scopi e necessità maggiori. 

È bene che lo sappiate perché questo è il futuro dell’acqua e soprattutto è il futuro che potremmo, con un po’ di impegno, lasciare alle generazioni che verranno. Nel caso in cui si dovesse arrivare alla privatizzazione dell’acqua per necessità demografica o per interesse economico, e quindi non sarà più un bene “scontato” e gratuito ma, vi basterà ricordarvi di come nebbia, brina e rugiada siano risorse naturali accessibili, con un po’ di ingegno, e totalmente eco-friendly. Per questo motivo potrà essere a tutti gli effetti un prodotto dell’economia circolare della Green Economy.

Tenete le orecchie aperte sul mondo dell’acqua perché ci saranno innovazioni sempre più interessanti e sorprendenti!

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