IMPRONTA IDRICA

Acqua in ogni cosa… Ma basterà per tutti?

La volta scorsa ho concluso l’argomento riguardante il ciclo idrologico dell’acqua e desidero rimanere sul tema “acqua” parlando di impronta idrica.

Che cos’è l’impronta idrica come si calcola? Il concetto risale al 2003 ed è stato elaborato da Arjen Hoekstra, professore dell’Università Twente, in Olanda, esperto della gestione delle risorse idriche. Si tratta di un valore che visualizza la quantità di acqua dolce necessaria ai nostri consumi e viene calcolato sommando le quantità utilizzate in tutte le fasi del processo produttivo: dalle materie prime al consumatore finale del prodotto o servizio. Sostanzialmente è il valore di acqua intrinseco e nascosto in ogni cosa. È possibile calcolare l’impronta idrica quasi per qualsiasi cosa.

Qualche esempio. I seguenti esempi sono ripresi da Alock Jha – Il libro dell’acqua.

PRODOTTO O SERVIZIOIMPRONTA IDRICA
Una doccia di 5 minuti200L
Lavarsi i denti o tirare lo sciacquone8L
Una tazzina di caffè200L
Un chilogrammo di arrosto di tacchino15000L
Alimentazione media giornaliera35000L
Piccolo panino di soia160L
Un panino al formaggio165L
Un bicchiere di latte250L
Lavare i piatti a mano75L
Un foglio di carta10L
Un microchip32L
Un chilogrammo di cotone10000L
Mezzo litro di birra inglese150L

Previsioni future. La Terra contiene 33 milioni di km3 di acqua potabile e siamo quasi 8 miliardi di persone (7,8). Proviamo a fare due conti basandoci sull’alimentazione media giornaliera di 35000L che sono quindi 35m3 che moltiplicate per i 365 giorni all’anno fanno 12.775 m3 all’anno per persona. Moltiplichiamo questo numero per 8 miliardi e otteniamo 1.022×1011 m3 che corrispondono a 10.2200 km3 che corrisponde al consumo mondiale di acqua attuale. Se per ipotesi, e preciso che è altamente improbabile, la popolazione mondiale non variasse, significa che all’essere umano rimarrebbe 322 anni di vita considerando questo aspetto. Il calcolo che ho fatto non tiene conto di tutti i processi produttivi , né del consumo igienico ,né del tasso di natalità mondiale crescente e neanche di altri infiniti fattori che non conosco; però risulta semplice capire che gli anni rimanenti all’essere umano sono molto meno e che ci saranno guerre per garantirsi il minimo indispensabile di “oro-blu” pro-capite che è di 1.000 m3 all’anno, secondo l’ONU.

Già ora ci sono aree del pianeta dove si soffre del così detto stress idrico (cioè un apporto minore al minimo appena citato), figuriamoci fra 30 o 50 anni quando saremo 10 miliardi e avremo necessità maggiori… Vi consiglio di tenere d’occhio ogni tanto Worldometer (ecco qui il link : https://www.worldometers.info/it/ ) per rendervi conto di quello che dico.

È facile con questi numeri capire che l’acqua non è per niente scontata e che il problema è da tenere seriamente in considerazione. L’uomo deve assolutamente provare a ripristinare il ciclo naturale dell’acqua per poterlo preservare il più a lungo possibile. So che quello che vi ho detto oggi è un macigno nel cuore, ma forse è necessario per iniziare a fare dei cambiamenti.

Sicuramente ci saranno soluzioni e innovazioni che potranno risolvere il problema, qualcuna la conosco e magari avrò modo anche di parlarne in un altro intervento, ma nel frattempo dobbiamo fare anche noi la nostra parte, e potete iniziare, ad esempio, con il chiudere il rubinetto mentre vi lavate i denti. Concludo dicendo soltanto questo: se comprendi l’impronta idrica, comprendi che l’acqua è preziosa!

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