Sostenibilità in Veneto

LA CLASSIFICA DEL MIO CICLOVIAGGIO

Ciao a tutti e bentornati su www.dalmarbozzo.com. L’ultima volta ho dato 6 consigli che i comuni possono applicare per rendere le loro città più sostenibili. Nel frattempo ho affrontato un viaggio di cicloturismo toccando i 7 capoluoghi di provincia della regione Veneto. Ho osservato e ho annotato quali dei suggerimenti sono fisicamente presenti nei vari comuni che ho attraversato. Quindi, per comprendere bene la successiva classifica è necessario rivedere il precedente articolo:

Faccio qualche premessa prima di entrare nell’esposizione della classifica.

La prima riguarda il cicloturismo: è un modo di viaggiare in sella alla propria bici percorrendo svariati chilometri e alloggiando in diverse tappe; il cicloturismo in Italia sta prendendo piede molto bene e avrà dei risvolti positivi nell’economia circolare. Dal mio punto di vista il cicloturismo è un modo di vivere unico e incredibile, lo consiglio a tutti! In termini di sostenibilità ambientale è sicuramente un modello di viaggio da annoverare.

La seconda premessa riguarda i luoghi e le tappe: ho seguito semplicemente un tour antiorario segnandomi alcuni luoghi che volevo vedere, perciò non ho potuto vedere ogni cosa, e avendo prestabilito a priori, prima del viaggio, le tappe di pernottamento, ho mantenuto una media di 90 km al giorno per rimanere abbastanza in linea con il mio programma. Ho scelto il Veneto semplicemente perché è la mia regione. Dei tanti paesi che ho visto ho preso in considerazione 28 comuni.  Dunque non è obbligatorio fare l’itinerario come l’ho fatto io e capisco che la classifica può sembrare riduttiva per valutare il Veneto.

La terza premessa riguarda al valore soggettivo attribuito ai voti: i voti che ho dato sono in base all’esperienza vissuta e per tanto potreste non essere d’accordo con la mia valutazione e quindi non sono assoluti.

La quarta premessa è l’intento: la mia intenzione non è quella di dire quel comune è meglio di altri, ma semplicemente fornire qualche spunto ai cittadini e alle amministrazioni comunali per migliorare alcuni aspetti fondamentali che saranno necessari per affrontare la transizione energetica nelle nostre città. Certo, senza dubbio, vado a dare dei giudizi sui comuni che ho visitato, e per tanto si capirà chi è meglio di altri, ma l’intenzione è semplicemente di fornire una strada da percorrere che porterà un beneficio comune alla nostra Terra. Quindi piuttosto che dire “ è meglio di…” dovremmo pensare a “ è più avanti di” in modo tale da dare a tutti la possibilità di imboccare la strada giusta.

La quinta premessa riguarda al metro di giudizio. Nel dare i voti ho tenuto in considerazione, il numero dei cittadini, se la località fosse turistica o meno e infine la mia personale esperienza su 6 caratteristiche: presenza delle Case dell’Acqua (CDA) o di un servizio pubblico per l’erogazione di acqua, presenza delle colonnine delle ricariche elettriche (CRE), presenza e qualità delle piste ciclabili (PC), la quantità e la qualità degli spazi verdi (SV), coscienza collettiva ambientale (CCA) con iniziative di raccolte plastic free, e infine decoro pubblico (DP) cioè per la qualità di ordine e pulizia del centro urbano, aree dismesse incluse.

Il materiale che ho raccolto è davvero tanto e lo lascio in allegato alla fine con la tabella di tutti i 28 comuni che ho censito. Qui invece commenterò i 7 capoluoghi di provincia. Se volete avere informazioni su altri comuni scaricate il documento in fondo all’articolo.

Rovigo. La prima cosa che ho apprezzato di Rovigo è stata la sua ciclabile che va da Nord a Sud! Tenuta bene, in ordine, e ben segnalata! Non è scontato entrare e uscire da una città con la pista ciclabile. Ho dato voto 8. Non sono presenti le case dell’acqua e per di più ho trovato una fontanella del parco chiusa e non accessibile. Voto 0! Rovigo ha ben 10 punti di ricarica elettrica e ritengo che per 50mila abitanti sia già un buon risultato; voto 10. Ho trovato diversi spazi verdi , alcuni ben curati altri invece in pessime condizioni. Voto 6. A Rovigo non si sono ancora le Raccolte Plastic Free, ma so che è un comune sensibile all’argomento dato che ha adottato il PAESC ( Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile); voto 6 per la CCA. Per il DP ho dato voto 5 poiché all’ingresso della città e nel parco ho trovato parecchio sporco, si salva invece la ZTL centrale. Voto complessivo 35 su 60.

Padova. Sono entrato a Padova grazie alla ciclabile del Brenta che si estende da Bassano del Grappa a Chioggia. Molto assolata ma percorribile. Anche il centro è ben dotato di ciclabili o spazi adibiti al transito di bicilette, motivo per cui ho dato voto 8 a PC. A CDA ho dato voto 6: è vero che ce ne sono due ma per una popolazione così grande è veramente poco. A RCE ho dato 9 poiché ci sono ben 14 punti di erogazione elettrica, per ora possono bastare ma bisognerà aumentarne il numero. A SV ho dato 7: il fiume Brenta e Prato della Valle e i giardini botanici sono 3 aree che bastano a dare respiro a questa città. A CCA ho dato 8 poiché esistono le raccolte plastic free. Ho dato voto 5 a DP perché ho trovato spesso sporco per terra di vario genere e vie non proprio profumate… Voto complessivo 43 su 60

Venezia e Mestre. L’unico punto di accesso a Venezia da terra ferma è grazie al Ponte della Libertà dove è presente l’unica ciclabile ben segnalata. Devo dire che ho fatto molta fatica a trovare la ciclabile che mi portasse al BIKE PARK del parcheggio Roma di Venezia, servizio che invece ho apprezzato molto. Quindi a PC ho dato 5: ci sono ma sono confuse, interrotte e poco chiare. A CDA ho dato 7 : sono presenti due case dell’acqua a Mestre e l’acqua a Venezia invece è proveniente da una condotta che parte dalle acque del Sile, attraversa la laguna e la porta potabile in centro città. Ci sono anche le fontanelle in centro città ma non sono segnalate e neanche protette dal grande flusso dei turisti: si può fare di più! A RCE ho dato 10 poiché ho contato ben 18 punti di erogazione, numero consono alla popolazione e al prestigio della città. A CCA ho dato 8 poiché hanno una raccolta straordinaria di rifiuti dedicata a Venezia. A SV ho dato 6 per i litorali e qualche piccolo spazio verde, molti cantieri e spazi da riqualificare. E infine a DP ho dato 5: molto inquinamento dovuto all’afflusso di TIR, barche, e turisti. Mestre e Marghera sono spazi lasciati un po’ allo sbaraglio… si può sicuramente migliorare. Voto complessivo 41 su 60.

Treviso. Arrivare a Treviso è stato bellissimo grazie al percorso che segue il fiume Sile. Purtroppo la ciclabile si interrompe bruscamente e nel centro città le ciclabili fanno pietà, motivo per cui ho dato voto 4 a PC. L’acqua a Treviso è potabile e ci sono anche le fontanelle dove si può tranquillamente bere. Nonostante ciò Treviso ha ben 7 case dell’acqua, motivo per cui ho dato voto 10 a CDA. A RCE ho dato un altro 10 poiché sono 12 i punti erogazione elettrica. A SV ho dato 7: oltre al fiume Sile ci sono delle piccole ma graziose aree verdi in città dove è possibile ristorarsi. A CCA ho dato 8 poiché è presente la raccolta con Plastic Free e c’è una buona attenzione all’ambiente. A DP invece ho dato 5 perché ho trovato mozziconi di sigarette ovunque! Voto complessivo 44 su 60.

Belluno. Speravo che salendo a Belluno potessi trovare delle ciclabili degne di nota e invece sono rimasto deluso dalla loro scarsa presenza. Eccetto in entrata e in qualcosa di sconnesso in uscita non ho trovato percorsi meritevoli. Sarà che forse Vaia ha distrutto anche queste, ma da un capoluogo di montagna mi aspettavo di meglio, per cui a PC voto 4. Preciso anche che la situazione è totalmente diversa in altri comuni della provincia. Sebbene a Belluno non ci siano case dell’acqua, l’acqua potabile risulta essere una delle migliori d’Italia e quindi ho dato voto 5. Anche se è buona, un controllo tramite casa dell’acqua è decisamente meglio! A RCE ho dato 8: 6 colonnine per 35 mila abitanti è un buon risultato. A SV ho dato 8: ho trovato diverse aree verdi e ben curate, dove si respira un aria salubre, e sicuramente la cornice in cui la città è immersa, le da un vantaggio in più. A CCA ho dato 8 poiché è presente in maniera ufficiale la raccolta Plastic Free. E infine ho dato voto 10 a DP! Non ho trovato neanche un mozzicone di sigaretta a terra e altra cosa che mi ha colpito è stata la spettacolare gestione dei rifiuti tramite cassonetti a postazione fissa ben distinti. Voto complessivo 43 su 60.

Vicenza. Rispetto alle altre città a Vicenza ho dedicato meno tempo; ma tanto basta per dare un giudizio su ciò che ho visto e appreso. A PC ho dato voto 8: la Riviera Berica è un ottima attrattiva, e anche se le ciclabili in centro erano brevi , le ho trovate ben segnalate e accurate e la viabilità non è complicata. A CDA ho dato 10: Vicenza ha ben 7 case dell’acqua, forse complice il disastro causato da PFAS. A RCE ho dato voto 9 poiché hanno 14 punti di erogazione e per ora, ma solo nel breve termine, possono bastare.  A SV ho dato 7 poiché ho potuto vedere diverse aree verdi ed ampie, o strade ben alberate. A CCA ho dato 8 poiché hanno la raccolta plastic free ufficiale. A DP ho dato appena 6, complice il fatto che al mio arrivo ho trovato i disastri della tempesta appena passata sulle strade. Aldilà di questo ho trovato ambienti molto bui e privi di illuminazione. Voto complessivo 48 su 60.

Verona. Sono entrato da Verona Ovest e precisamente al quartiere Santa Lucia. Su quel cavalcavia ho trovato di tutto a terra. A DP infatti ho dato 4: ho trovato altri spazi imbrattati o trascurati, e anche odori spiacevoli in alcune vie. Altri spazi potrebbero essere rivalutati meglio. A CDA ho dato 0! Verona necessita di un servizio di erogazione dell’acqua al pubblico ed è una grave mancanza per questa città! A PC ho dato 8 : ci sono diverse ciclabili che portano ed escono da Verona e in centro anche la viabilità è buona e segnalata. A RCE ho dato 10 poiché Verona ha ben 16 punti di erogazione: in proporzione alla popolazione va fin troppo bene! A SV ho dato 8: nel lungo Adige ci sono varie aree verdi dove ci si può rilassare, e ci sono altri parchi all’interno del centro oltre al parco di Piazza Brà. A CCA ho dato infine 8, poiché anche qui c’è la raccolta convenzionata Plastic Free. Voto complessivo 38 su 60.

Ed ecco la classifica finale in tabella

CLASSIFICA CITTA’VOTO DI SOSTENIBILITA’
VICENZA48
TREVISO44
PADOVA E BELLUNO43
VENEZIA42
VERONA38
ROVIGO35

Come avete capito questo è risultato della mia esperienza personale ed è facile comprendere che nel giro di un anno le cose possano cambiare, e mi auguro che tante città migliorino quelle infrastrutture che permettono un accelerazione della transazione ecologica.  Di seguito lascio in allegato il documento “Veneto Tour” con cui ho valutato altri 21 comuni all’interno delle 7 province del Veneto con lo stesso sistema. I comuni in tabella sono: Legnago, Valeggio Sul Mincio, Lazise, Bosco Chiesanuova, Arzignano, Marostica, Bassano del Grappa, Valdobbiadene, Conegliano, Feltre, Agordo, Cortina d’Ampezzo, Auronzo di Cadore, Jesolo, Marghera, Codevigo, Chioggia, Porto Tolle, Adria, Lendinara, Badia Polesine.

In conclusione posso dire che la Regione Veneto ha ancora molto da fare proprio per quello che ha da offrire: ricordo che il Veneto possiede tanta arte, storia, molti siti Patrimonio dell’Unesco e un grande patrimonio idrologico e per questo motivo ritengo che debba allinearsi al meglio con la transizione ecologica.

Voi che ne pensate? Siete d’accordo? Fatemelo sapere! Seguitemi su Facebook, Instagram e iscrivetevi al mio canale di YouTube! E mi raccomando, mettete like, commentante e condividete.

GHIACCIO

UNA FORMA DELL’ACQUA

https://youtu.be/Skv8ak3fcKY

L’ultima volta ho spiegato in maniera generica il mondo dell’agricoltura biologica e della biodinamica e per quale motivo sono importanti non solo per la Green Economy, ma anche per la riduzione dell’impatto ambientale. Altro elemento fondamentale da considerare per la salvaguardia dell’ambiente è il GHIACCIO.

In questo articolo spiegherò cos’è, come si genera, quali sono le sue caratteristiche e infine qualche curiosità su di esso.

Che cos’è e come si genera? Il ghiaccio è acqua allo stato solido ed esso si forma quando la temperatura dell’acqua è sotto lo zero termico ad una pressione di 1 atmosfera. La sua origine può essere o naturale, e quindi si genera dal ciclo idrologico dell’acqua (https://www.dalmarbozzo.com/2020/09/19/il-ciclo-idrologico/), oppure umana, cioè attraverso i frigoriferi, di cui ho già spiegato il funzionamento in questo articolo https://www.dalmarbozzo.com/2020/09/12/acqua-fredda-o-gassata/. Quindi conosciamo il ghiaccio in questo modo: o con i fenomeni atmosferici (grandine, neve, e ghiaccio sulle superfici) oppure quando apriamo il nostro freezer ed esso è definito ghiaccio Ih.

Quali sono le sue caratteristiche? La particolarità del ghiaccio sta nella sua struttura chimica. Se vi ricordate, in un mio precedente articolo (https://www.dalmarbozzo.com/2020/06/13/4-cose-che-assolutamente-non-puoi-non-sapere-sullacqua), vi ho spiegato che la molecola di acqua (H2O) è a forma di V per i legami idrogeno e per il legame covalente. Le molecole disposte a tetraedro in prossimità dello zero tendono ad irrigidirsi creando strutture esagonali e quindi rimane meno spazio per altri possibili legami; ne consegue, quindi, un’acqua poco densa. Allo zero termico l’acqua si ghiaccia aumentando il volume in maniera “esponenziale”.  Pertanto, la disposizione delle molecole è tale per cui i legami  tra atomi sono minimi e seguono uno schema esagonale a cristallo. Questa particolarità rende il ghiaccio meno denso dell’acqua e spiega perché esso galleggia.

Curiosità. Se il ghiaccio che conosciamo ha una nominazione specifica come I, vuol dire che esistono altri tipi di ghiaccio. Alock Jha nel “ Il libro dell’Acqua” spiega ed elenca i vari tipi di ghiaccio che conosciamo. In particolare si possono ottenere in laboratorio altri tipi di ghiaccio aumentando la pressione in modo crescente; si è giunti infatti ad ottenere il c.d. ghiaccio XVI. Sostanzialmente si sfrutta la pressione atmosferica per diminuire lo spazio tra le molecole in maniera tale che si possano creare strutture chimiche differenti e aumentare infine la densità fino all’80% in più rispetto al ghiaccio normale. Alcuni di questi tipi di ghiaccio hanno suscitato molto interesse nel mondo scientifico, come ad esempio il ghiaccio cubico: è un ghiaccio XV lasciato sciogliere dove la struttura esagonale è disposta una sopra l’altra. Dal punto di vista energetico è eccezionale: tanta materia in poco spazio e magari un giorno potrebbe venire utilizzato come fonte energetica rinnovabile!

Incredibile vero? Ma c’è un’altra curiosità di cui vorrei parlare a dimostrazione di quanto l’acqua sia incredibile: l’effetto Mpemba. Nel 1963 un ragazzino tanzanese di nome Erasto Mpemba, in un esperimento scolastico finalizzato a creare il gelato, fece una scoperta incredibile! Inserì la sua miscela di latte, acqua e zucchero ancora bollente anziché farla raffreddare come da manuale, e scoprì successivamente che il suo gelato era pronto prima degli altri! Questo effetto si chiama Mpemba! Avviene quando l’acqua bollente ghiaccia prima di un acqua a temperatura ambiente. A questo effetto, incredibilmente, non si è ancora giunti ad una spiegazione scientifica completa!

Se ci sono altre curiosità o informazioni che non ho detto, vi esorto a scrivermi e provvederò ad aggiungerle! Sicuramente in un altro articolo spiegherò tutto ciò che riguarda la criosfera. Nel frattempo mettete like, iscrivetevi al mio canale di YouTube, condividete, commentate e seguitemi su Instagram e Facebook!

IL FUTURO DELL’ACQUA

ACQUA DALL’UMIDITA’ DELL’ARIA.
https://youtu.be/rDfRpphww5A

Le ultime volte mi sono addentrato in argomenti di Green Economy, con diverse. In questo articolo ho intenzione di riprendere in mano l’argomento acqua, poiché nell’articolo dell’impronta idrica ho accennato sulla possibilità di prelevare acqua in modo inconsueto dai modi maggiormente conosciuti.

Alla luce dei cambiamenti climatici, ormai da una decina di anni si sono fatti studi più approfonditi sui fenomeni atmosferici come brina, nebbia e rugiada. In questo articolo spiegherò come funzionano e perché sono interessanti per le prospettive future della tecnologia.

Per capire come si forma la nebbia, la rugiada e la brina si deve prima comprendere come funziona la condensa dell’aria che, come ho già scritto, appartiene al ciclo naturale idrologico dell’acqua.

Anzitutto c’è da ricordare che l’aria è un composto di più elementi tra cui anche vapore acqueo, cioè acqua allo stato gassoso. Quindi la condensazione dell’aria può essere di due tipi: volumetrica o superficiale. La volumetrica appartiene propriamente ai volumi d’ aria di massa e calore differente: quando si scontrano esse formano nuvole di vario genere che successivamente possono generare pioggia. Quella superficiale invece avviene tra elementi solidi e aria: una massa d’aria calda se si scontra con una superficie più fredda o viceversa crea condensa. Nebbia, brina e rugiada sono 3 forme meteorologiche della condensa naturale. Vediamole una ad una.

Nebbia. Tipica della stagione autunnale si forma quando il suolo, che intrappola calore, tramite irraggiamento solare, e lo rilascia con l’avvento della notte, incontra masse d’aria fredda. Quando il livello di umidità, cioè la concentrazione di acqua all’interno dell’aria, è alta e incontra la stagione autunnale, ovvero mite di giorno e freddo alla sera e al mattino, si creano minuscole goccioline di acqua che nel complesso formano i banchi di nebbia.

Brina. Tipica dell’inverno e avviene per condensazione superficiale. Quando le superfici fredde incontrano aria fredda e tutto sotto lo 0 termico, la differenza di temperatura tra superfici ed aria, sebbene sia poca, crea le condizioni ideale per formare micro-cristalli che si poggiano sui prati tetti  portando dunque la nascita della brina.

Rugiada. La rugiada avviene per condensazione superficiale ed è il fenomeno atmosferico più noto già da tempo; infatti esso era ben compreso dalle popolazioni bizantine nel 500 A.C. con i cosidetti stagni di rugiada e ha permesso a molti esseri viventi di questa terra di sopravvivere in terre dove le condizioni sono avverse alla vita. La rugiada non è nient’altro che la condensazione in gocce d’acqua dell’umidità dell’aria su una superficie, e si forma nel momento in cui una superficie calda incontra l’aria fresca. Quello che ne consegue si chiama punto di rugiada.

Il punto di rugiada è il momento in cui la concentrazione di acqua nell’aria o sulla superficie è talmente elevato da passare dallo stato gassoso a quello liquido formando le gocce di rugiada di varie dimensioni. In ogni fenomeno atmosferico esiste il punto di rugiada ed è tutt’ora di grande interesse per il futuro dell’umanità.

Come immagino che abbiate capito, l’acqua è presente anche in grandi quantità anche laddove si pensa che non ce ne sia e stanno nascendo tecnologie legate alla produzione dell’acqua grazie all’apprendimento delle conoscenze sul punto di rugiada. Nelle Ande ad esempio esistono luoghi completamente autonomi nell’approvvigionamento dell’acqua, perché hanno creato le trappole per le nuvole e per la nebbia affinché poi possano raccogliere le gocce della condensa dell’aria. Esse consistono nel posizionare dei lunghi reticolati che appoggiano su vasche di raccoglimento; quando le reti si scontrano con le nuvole o con la nebbia esse diventano la superficie condensante per creare il punto di rugiada e formano goccioline che, man mano che scendono per gravità al suolo, vengono raccolte nelle vasche di raccoglimento.

Il loro funzionamento ha ispirato le odierne tecnologie: esistono, e saranno più frequenti in previsione di scarsità idrica, macchinari capaci di trasformare l’umidità dell’aria in acqua potabile anche in mezzo al deserto. In che modo? All’interno di queste macchine è presente una camera che raccoglie l’aria dall’esterno, la comprime aumentando così la densità dell’umidità, si scontra con un reticolato caldo all’ interno, si forma la condensa e quindi le gocce d’acqua scivolano incanalate in un depuratore e infine servite direttamente all’utente. La cosa straordinaria di questa tecnologia è che può essere alimentata da un pannello solare e quindi, in definitiva, acqua potabile ad impatto 0 in qualsiasi luogo e in qualsiasi condizione! Allo stato attuale si stanno facendo dei miglioramenti sulla quantità d’acqua che si può erogare, che per ora risulta limitata all’uso domestico, ma ciò non esclude che si possa sfruttare questo macchinario per ben altri scopi e necessità maggiori. 

È bene che lo sappiate perché questo è il futuro dell’acqua e soprattutto è il futuro che potremmo, con un po’ di impegno, lasciare alle generazioni che verranno. Nel caso in cui si dovesse arrivare alla privatizzazione dell’acqua per necessità demografica o per interesse economico, e quindi non sarà più un bene “scontato” e gratuito ma, vi basterà ricordarvi di come nebbia, brina e rugiada siano risorse naturali accessibili, con un po’ di ingegno, e totalmente eco-friendly. Per questo motivo potrà essere a tutti gli effetti un prodotto dell’economia circolare della Green Economy.

Tenete le orecchie aperte sul mondo dell’acqua perché ci saranno innovazioni sempre più interessanti e sorprendenti!

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