Greta Thunberg Si o No?

La volta scorsa ho fatto riferimento ad una ragazza svedese. Desidero dare qualche spiegazione in più in merito alla mia posizione. Sono convinto che il messaggio di Greta Thunberg sia importante, e autentico perché ci crede, ma ci sono alcune considerazioni da fare.

Prima considerazione. Sarebbe bello che tutti potessero vivere felici, ricchi e contenti rispettando l’ambiente, ma nella realtà c’è da tenere a mente la situazione dei vari Paesi. Nel mondo occidentale comanda per lo più l’economia: il tempo è denaro. Punto e fine. Non l’ho deciso io, ma so per certo che non si  viene retribuiti in base a quanto si rispetta la natura e le leggi che la governano, altrimenti l’operatore ecologico sarebbe miliardario e io sarei fuori a piantare alberi anziché qui a scrivervi! L’occidente ha raggiunto questo benessere e questo insieme di valori sfruttando le risorse presenti sul territorio e possiede quasi tutte le carte in tavola per effettuare una manovra correttiva con l’intento di ridurre l’impatto ambientale e forse (in buona fede) di  rientrare negli standard di emissioni di CO2 stabiliti dalla comunità scientifica. I Paesi del Terzo Mondo, non hanno le nostre possibilità per diversi fattori: la mancanza di istruzione,  la dipendenza da altri paesi,  le guerre e altri mille motivi. L’eco-sostenibilità per queste popolazioni, non è considerata un bene, semplicemente  perché rappresenta una priorità minore rispetto ad acqua, cibo e salute. Come biasimarli… Ci sono i Paesi in via di sviluppo come Cina ( ora 1a potenza economica), India, Brasile che stanno sfruttando il più possibile le loro risorse ottenendo grandi risultati; vedono avvicinarsi il raggiungimento del loro benessere e quindi i governi si chiedono: “perché mai dovrei fare dei cambiamenti dal punto di visto ecologico dato che mi sto arricchendo senza?” oppure: “chi siete voi per dirci come sfruttare il nostro territorio?” Un ritratto verosimile potrebbe essere questo: un occidente orientato ad una svolta ecologica e gli altri Paesi che useranno le risorse della Terra per i propri interessi.  

Seconda considerazione. Prima dell’avvento di Internet il capitalismo mondiale era rivolto per lo più al mero lucro azionario e la ricchezza era in mano a pochissimi. Internet si è inserito in maniera consistente nell’economia subito dopo la crisi del 2008 iniziando pian pianino a trasformare il “vecchio” capitalismo. Infatti il WEB ha permesso a tantissime persone di arricchirsi scendendo in maniera trasversale nelle varie situazioni dei Paesi. Si può dire che ha portato ad una democratizzazione del denaro: tutte le classi socio-economiche hanno avuto maggiore accesso a questo strumento e per questo si è registrato un incremento di persone ricche rispetto a 10 anni fa. Senza contare i giganti dell’informatica come Bill Gates (Microsoft), Steve Jobs (Apple), Mark Zuckerberg (Facebook, Instagram, WhatsApp), parliamo invece di persone comuni che utilizzano questo strumento per i propri interessi: dall’artigiano all’imprenditore, dal blogger allo you-tuber, dai politici alle associazioni no profit. Insomma Internet e la tecnologia annessa stanno trasformando il nostro mondo e chi non lo usa riduce drasticamente le possibilità di raggiungere un certo di tipo di benessere. Questa opportunità sta dettando nuovi comportamenti nel mondo della finanza introducendo un capitalismo giovane, dinamico e in continua evoluzione. Anche questo capitalismo porta parzialmente con se il seme del consumismo incidendo ulteriormente sull’impatto ambientale seguendo lo schema :+ ricchezza = + consumo = + CO2.

Terza ed ultima considerazione. Alla luce del messaggio veicolato da vari scienziati sui cambiamenti climatici e dal movimento creato da Greta, si è visto un interesse crescente nel mondo ecologico. La Business Roundtable, composta da aziende come  Amazon, Ford, JP Morgan, il 19 agosto 2019 ha firmato un documento dove si incentiva una crescita eco-sostenibile. È un segno che il capitalismo mondiale sta cambiando rotta: investimenti non più orientati al mero lucro azionario, ma orientati a scelte etiche e consapevoli per la tutela dell’ambiente e degli esseri viventi. Tra l’altro i millenials come me, e le successive generazioni sono il motore dell’economia futura e dimostrano di essere più sensibili alle questioni ecologiche ambientali e maggiormente portati a scelte eco-solidali.

Quindi, con queste considerazioni posso affermare che un cambiamento totale non è concepibile ma parziale sì e c’è tutto quello che serve per farlo. Il Covid-19 si è inserito in un contesto dove già c’erano tutti gli ingredienti per un mutamento ecologico. Questa pandemia ha portato a prediligere l’approccio on-line favorendo lo Smart –Working  (quindi l’utilizzo di Internet), portando più flessibilità negli orari di lavoro e meno spostamenti in macchina riducendo così le emissioni di CO2. Si è , inoltre, constatato una relazione, evidente, ma non ancora del tutto dimostrata, tra salute e ambiente: dove le particelle inquinanti di NO2 e NO nell’aria sono maggiori si è registrata una mortalità più alta per il virus e spiega a prima vista il motivo per cui la Pianura Padana (famosa per la scarsa salubrità dell’aria) è stata la zona europea più colpita.

Per concludere il Covid-19 è stato il punto di svolta e che piaccia o meno ha segnato una trasformazione economica sostanziale. Si tratta di un enorme onda digitale colorata di verde. Il connubio tra Internet e l’ecologia: The Green Wave. Noi occidentali, in particolare noi europei, abbiamo la possibilità di dimostrare al resto del mondo che si può migliorare la scala dei nostri valori e creare un trend che possa educare gli altri Paesi ad essere responsabili del futuro della Terra. Nella Green Economy, personalmente, ci vedo la possibilità per tutti gli uomini di trovare un equilibrio tra tempo, denaro, benessere ed ecologia. Quindi ad ognuno di noi spetta una piccola fetta di responsabilità se si vuole andare in questa direzione.

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