COMUNI SOSTENIBILI

6 CONSIGLI PER UNA CITTA’ ECOLOGICA

Ciao a tutti! E bentornati su www.dalmarbozzo.com! Negli ultimi mesi sono stato impegnato per motivi di lavoro e ho avuto poco tempo per occuparmi di nuovi articoli. Premetto anche che per questo articolo non ci sarà un video annesso perché sto implementando gli strumenti audio e video! A breve partirò per un viaggio cicloturistico all’insegna della sostenibilità, ma di questo ne parlerò più avanti dandovi un report dettagliato.

Oggi desidero offrirvi delle iniziative pratiche per ridurre l’impatto ambientale all’interno del proprio Comune. Sono consigli che mi sento di dare per esperienza professionale e personale. Spero che siano di aiuto, o che possano avverarsi davvero.

Il mondo sta cambiando e ha compreso l’innegabile correlazione tra salute e cambiamento climatico. I Paesi benestanti stanno attuando fortemente un cambio di rotta: dal G8 al G20 , ogni partito politico e molte aziende hanno capito l’importanza dell’economia circolare. Che sia Green Washing con finalità di business, o che sia un vero interesse per l’ambiente, la parola d’ordine del 2021 è “sostenibilità”! La sostenibilità non è soltanto una questione ambientale o il trend del momento, ma dal mio punto di vista è un basamento indispensabile su cui si deve appoggiare qualsiasi tipo di crescita o cambiamento.

 Voglio fare un esempio inerente all’ultimo articolo  sul ghiaccio (https://www.dalmarbozzo.com/2021/04/03/ghiaccio-2/): un ghiacciaio si può definire sostenibile, solamente se le precipitazioni invernali sono pari o maggiori rispetto allo scioglimento estivo; questo perché il bilancio tra entrate invernali ed uscite estive è zero o poco superiore. Lo squilibrio si crea quando il bilancio è, ad esempio, a -1, cioè quando le entrate invernali sono inferiori alle uscite estive. Probabilmente nell’immediato non cambia assolutamente nulla, ma questo squilibrio nell’arco di 10 anni crea un enorme cambiamento poiché il risultato annuale capitalizza e si somma a quelli successivi. La sostenibilità ha molto a che vedere con il tempo che passa e spesso non si accorge che un’azione piccola può diventare grande. Quindi azioni che sembrano insignificanti, come gettare la cartina a terra, nel breve termine potrebbe essere vista come un “non muore nessuno e può capitare”; ma nel lungo termine si capisce che quell’azione diventa insostenibile perché la perdita complessiva accumulata negli anni è maggiore rispetto all’azione di quel frangente.  

Essendo un concetto astratto è difficile metterlo in pratica, soprattutto se si è in pochi a comprenderlo a pieno. Oggi offrirò ai comuni e ai cittadini soluzioni che dal mio punto di vista sono molto sostenibili rispetto a ciò che si è fatto finora. Mi rivolgo non solo a coloro che hanno una coscienza ecologica, ma anche a coloro che hanno potere esecutivo, come le amministrazioni comunali, nel rendere migliori e sostenibili le nostre città. Ecco qui 6 consigli per una città sostenibile:

  1. Avviare un protocollo di intesa per le raccolte straordinarie dell’immondizia: ad esempio Plastic Free è un organizzazione comunitaria No Profit che collabora con le amministrazioni comunali per eliminare quegli accumuli di sporcizia che ci fanno vergognare di essere umani. L’iniziativa è supportata da un referente o più per ogni comune. La partecipazione all’evento è totalmente gratuita, ed è sufficiente iscriversi con nome, cognome e indirizzo e-mail sul portale www.plasticfreeonlus.it ; questo evento organizzato è molto spesso pubblicizzato su tutti i social. Portate con voi guanti, abbigliamento comodo, e una borraccia (perché vi ricordo che idratarsi è importante , soprattutto se si fa movimento!). Se invece si vuole diventare referente, e quindi socio effettivo, la quota di iscrizione è di appena 30€. Ho partecipato personalmente a 2 raccolte plastic free: mi sono divertito, ho conosciuto persone nuove, ho fatto movimento, e mi sono sentito più “proprietario” e responsabile del luogo della raccolta. Questa iniziativa nel lungo termine è assolutamente sostenibile poiché si avvale di volontari che hanno a cuore la cura e la tutela dell’ambiente ottenendo un grande risultato: cittadini più responsabili, ambiente più pulito, ad un costo irrisorio (un po’ di tempo e energie). Ricordate: è sostenibile quando le entrate sono maggiori delle perdite!
  2. Installare case dell’acqua nel proprio comune. La casa dell’acqua è un bellissimo esempio di sostenibilità ambientale. Invito fortemente le amministrazioni comunali e anche i cittadini a prendere maggiori informazioni su questo progetto. Intanto vi spiego cos’è la casa dell’acqua: è un impianto di erogazione dell’acqua (tipo distributore automatico) al servizio dei cittadini; essi possono andare al punto di prelievo con le proprie bottiglie vuote e erogare acqua fredda, o gassata ad un prezzo irrisorio, che di solito è 0,05 € al Litro. L’impianto è dotato di avanzati sistemi di depurazione e rende dunque l’acqua del sindaco più gradevole! I benefici sono davvero innumerevoli: risparmio immediato per il cittadino, riduzione di acquisto di acqua in bottiglia di plastica; riduzione dei consumi di tutto ciò che gira attorno al trasporto e alla produzione delle bottiglie (petrolio, CO2);  riduzione dei rifiuti; si creano nuovi spazi dove si può sviluppare un senso di appartenenza ad una comunità e una coscienza ecologica. Mi soffermo sulla sostenibilità del progetto. Esso sta in piedi quando c’è una forte promozione da parte del comune che si esprime poi in grandi consumi che permettono di sostenere i costi di gestione della casa dell’acqua da elargire successivamente all’azienda fornitrice. Alcune regioni come il Veneto finanziano l’installazione delle casette dell’acqua. Per ulteriori informazioni vi invito a contattarmi!
  3. Installare eco-compattatori incentivanti: si tratta di un box-cassonetto dove il cittadino può portare la propria bottiglia di plastica, inserirla dentro al contenitore e ottenere una ricevuta di sconto da utilizzare nei negozi convenzionati! Il riciclo aumenta notevolmente, il cittadino è incentivato a smaltire la plastica correttamente e ottiene anche uno sconto sugli acquisti dei negozi locali. Favorire il riciclo e l’acquisto a km 0, è molto sostenibile. L’acquisto di questi eco-compattatori è a carico del comune, però è un ottimo investimento a lungo termine per creare un’economia circolare.
  4. Disporre di piste ciclabili: sono un’amante della mountain bike e credo fortemente che la sostenibilità di un comune si possa vedere anche attraverso la quantità e la qualità delle piste ciclabili. Se vi ricordate nell’articolo https://www.dalmarbozzo.com/2020/10/17/mobilita/ ho messo a confronto vari mezzi di trasporto e la bicicletta è stato il secondo mezzo vincente nella classifica finale. Le piste ciclabili danno maggior sicurezza sia all’utente che al conducente di mezzi a motore; diluiscono il traffico, permettono di non inquinare con il conseguente miglioramento della qualità dell’aria, sono ottimi spazi di svago e relax contro lo stress giornaliero lavorativo e infine stimolano la crescita del cicloturismo che promuove quindi il territorio locale. Le e-bike stanno seguendo una tendenza di crescita incredibile e possono, nel lungo periodo, sostituire le auto per le tratte giornaliere casa-lavoro nel raggio di 10 km. Il “bike to work” è una realtà non solo convalidata in molti Paesi del Nord Europa, ma anche retribuita per coloro che optano questa scelta ecologica.
  5. Sullo stesso filone della mobilità urbana, ritengo indispensabile promuovere e incentivare l’utilizzo di mezzi elettrici. Aldilà del trend in crescita dell’auto elettrica, ritengo che il supporto ad esso associato, come le colonnine, sia di fondamentale importanza per poter influenzare le scelte dei cittadini verso acquisti più sostenibili! Se un cittadino è consapevole che il proprio comune ha disposto le colonnine elettriche, è molto più facile che sceglierà un mezzo alimentato a batteria elettrica piuttosto che uno a combustione fossile.
  6. Rivalutare e riqualificare gli spazi in disuso o abbandonati all’interno del comune per edificare spazi verdi o adibiti alla mobilità green. Ad esempio parte della vecchia ferrovia Ostiglia -Treviso è stata riutilizzata come una ciclabile. Oppure si potrebbe costruire un parco o un area verde non solo per avere più ombra, ma anche  per ottenere una riduzione di CO2 nell’aria. Una città che possiede tanti spazi verdi, oltre ad essere più apprezzata dai cittadini, favorisce l’abbassamento di temperatura durante il caldo estivo. La differenza di temperatura tra asfalto assolato e asfalto ombreggiato è netta e si comprende dunque quanto sia importante avere spazi verdi nella propria città. E questi luoghi, a cui si da una seconda vita, possono diventare una vera attrattiva per i turisti!

Esorto infine i cittadini a spingere le amministrazioni comunali verso infrastrutture ecologiche come queste! Queste sono 6 idee per un comune sostenibile… Magari ce ne sono tante altre di cui non ho parlato e potete scrivermele voi. Magari qualcuna di queste iniziative è già presente nel vostro comune… Chiedetevi: il mio comune è sostenibile? Fatemelo sapere nei commenti!

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Vi ringrazio della vostra attenzione e ci vediamo alla prossima!!!  

5 modi per prendere acqua a confronto

Quale modo è più conveniente, di maggior qualità e a basso impatto ambientale?

La volta scorsa vi ho parlato dei sistemi di depurazione e abbiamo visto vantaggi e svantaggi di ogni principale tecnologia disponibile. 

Questa volta cercherò di mettere a confronto i modi che più spesso vedo utilizzare dalle persone per prendere acqua, considerando: convenienza, qualità e impatto ambientale; i modi in questione sono: acqua del rubinetto, acqua filtrata con la caraffa a cartucce, acqua depurata con carboni attivi, acqua in bottiglia di plastica, acqua in bottiglia di vetro. Per poter poi decretare un vincitore complessivo in questo confronto assegnerò un punteggio che và da 1 a 10; dove 1 si intende poco conveniente, poca qualità e ad alto impatto ambientale, e 10 si intende molto conveniente, tanta qualità, e a basso impatto ambientale.

Convenienza. Per convenienza si intende quella caratteristica che nell’arco di un periodo di tempo ci permette di spendere poco con una determinata prestazione per uno specifico prodotto o servizio. Il confronto che ho fatto, eseguito su un consumo di 5000 litri, che è il massimo filtraggio di un carbone attivo perché in questo modo ho la possibilità di comparare gli altri metodi in un contesto di uguale di consumo.

  •  Acqua in bottiglia di vetro: chi le acquista spende una media di 0,5 € per L e quindi per ottenere 5000L spende 2500 €. Punteggio=2. 
  • Acqua in bottiglia di plastica : con una media di 0,24 € al litro si spende 1200€. Punteggio= 4. 
  • Acqua con depurazione a carbone attivo: senza considerare l’investimento iniziale della depurazione (che nel tempo viene ampiamente recuperato), la sostituzione del filtro avviene a 5000 litri e costa 260 €, quindi una media di 0,05 € al litro. Punteggio=6. 
  • Acqua depurata con la caraffa a cartucce: con una media di 0,03 € al litro la spesa totale per 5000 litri è 140 €. Punteggio=7.
  •  Acqua del rubinetto: come ho già detto in un articolo precedente l’acqua potabile è estremamente conveniente e infatti 5000 L costano appena 1€. Punteggio=10.

Qualità. Quale dei 5 modi ci assicura un’acqua di qualità maggiore? In termini di qualità considero l’eventuale stoccaggio e le proprietà organolettiche; la qualità si può determinare nel momento in cui la si beve.

  •  Acqua in bottiglia di plastica. Come già detto l’acqua minerale ha scarsi controlli e uno stoccaggio inadeguato che spesso comporta l’usura della plastica e di conseguenza cambiamenti nelle proprietà organolettiche. Punteggio= 5.
  •  Acqua del rubinetto: è sicuramente la più controllata ma spesso lascia discutere l’odore e il sapore causato dalla presenza del Cloro come agente di sterilizzazione o dall’usura delle tubature. Punteggio= 6. 
  • A pari punteggio l’acqua in bottiglia di vetro e il filtraggio a caraffa: considerando che il vetro ha ottime capacità di conservazione delle proprietà organolettiche ma lo stoccaggio non è sempre idoneo, che il filtraggio a cartucce permette di migliorare la qualità dell’acqua (ma non di renderla eccellente), ma in compenso è privo di stoccaggio il punteggio che ho assegnato è di 7. 
  • L’acqua depurata con i carboni attivi: zero stoccaggio e ottima filtrazione quindi ottima qualità. Dato che un minimo di errore nella depurazione è inevitabile il voto complessivo non può essere 10 ma 9!

Impatto ambientale. S’intende quanto il prodotto o il servizio crei un effetto a livello ambientale: quindi quali e quante materie prime sono state utilizzate per la produzione, quanta CO2 produce o elimina. Quali dei 5 modi elencati è il più eco-solidale, sostenibile? Per determinare l’impatto ambientale è necessario prendere in considerazione un arco di tempo molto più lungo per vedere i pro e i contro di una determinata scelta. C’è da dire che tutte le azioni umane hanno, inevitabilmente, un impatto ambientale e quindi il voto 10 è escluso.  

  • Acqua del rubinetto: la costruzione della gestione dell’impianto idrico locale e delle tubature sicuramente ha richiesto un notevole impiego di materie, energie, riduzione del suolo e una produzione di CO2,; ma fortunatamente non è aggiudicabile alle scelte dell’utente finale e quindi l’acqua potabile del rubinetto ha come unico impatto ambientale lo spreco. Magari ne parlerò in maniera più completa in un altro momento ma per ora mi limito a dire che molto spesso per negligenza degli utenti si spreca tantissima acqua. Voto complessivo 9. 
  • Acqua in bottiglia di vetro. Tengo in considerazione questi aspetti: per produrre le bottiglie di vetro è necessario l’utilizzo di silice, carbonato di calcio ad una temperatura di 1500°C; trasportare le bottiglie di vetro a domicilio o nel supermercato si impiega un quantitativo di carburante e quindi di CO2; il vetro in compenso è 100% riciclabile e implica il rifiuto della scelta della plastica. Voto complessivo 6.
  •  Acqua in bottiglia di plastica. Per produrre 1 kg di plastica (circa 75 bottiglie da 0,5 L) sono necessari 17,5 L di acqua, 2 kg di petrolio e produce un complessivo di CO2 di 2,5 kg e, senza approfondire l’impatto globale che produce, questo è sufficiente per dare voto 1.
  •  Acqua depurata da filtri a caraffa: tutte le caraffe sono in plastica, le cartucce sono composte da ulteriore plastica e sostanze filtranti, ogni mese è necessaria la sostituzione e quindi da un lato alimenta il consumismo con più CO2, dall’altro favorisce il rifiuto della plastica. Voto 6.
  •  Acqua depurata da carbone attivo. Il depuratore sicuramente nella produzione richiede tantissime materie tra cui plastica e affini, componenti elettriche e tecnologiche, carbone da noce di cocco o da legno, ma il beneficio maggiore è una lunga prestazione che comporta una drastica riduzione di CO2 e di consumo di bottiglie di plastica. Voto 7. 

Bene! Andiamo alla conclusione! Facendo la somma del punteggio ecco il risultato:

 al quinto posto: l’acquisto bottiglie di plastica con punteggio totale di 10. 

al quarto posto: l’acquisto delle bottiglie di vetro con punteggio totale di 15.

al podio, al terzo posto: l’acquisto della caraffa a cartucce con 20 punti.   

al secondo posto: l’acquisto del depuratore a carbone attivo con 22 punti. 

Quindi, inevitabilmente, vince la classifica l’acqua del rubinetto di casa con 25 punti.

Questi risultati sono ovviamente frutto delle mie considerazioni personali e intendono decretare una classifica del prodotto o del servizio che riesca ad essere nello stesso tempo economico, di qualità, e cosa più importante Eco-Friendly, e quindi aiutarvi a fare una scelta etica e consapevole. Voi, cosa ne pensate? Avete fatto una comparazione di questo genere? Me lo potete dire e scrivere!!! Iscrivetevi pure al mio canale di Youtube, seguitemi su Instagram o sulla mia pagina Facebook. Mettete like e leggete pure gli altri articoli sul mio blog. Ciao a tutti!

Vuoi migliorare la qualità della tua acqua potabile?

Tecnologie disponibili per la depurazione.

La volta scorsa ho mostrato come verificare la qualità della propria acqua potabile, e quella del mio Comune è risultata conforme alla normativa in base ad i test che ho effettuato. Però ho anche spiegato che quei test sono generici e non riescono quindi a dare tutte le informazioni complete. Quindi come posso tutelarmi da eventuali contaminanti e sostanze nocive?

Da sempre l’uomo ha cercato di ottenere acqua pulita attraverso il controllo delle acque mediante scoli, canali e acquedotti, ma anche attraverso l’ebollizione e la protezione dell’acqua prelevata. La depurazione dell’acqua in termini chimici è avvenuta soltanto dopo la scoperta del microscopio che ha aperto un mondo sui batteri e la conseguente consapevolezza nel trovare metodi efficaci per contrastare le impurità. Intanto i depuratori si distinguono in due tipologie: ad uso alimentare e ad uso domestico ed industriale. La differenza principale sta soprattutto nel volume trattato e nella necessità di prestazione; mi spiego meglio: se ad esempio l’obiettivo in casa vostra è avere meno calcare su tutto l’impianto idraulico la soluzione migliore è un addolcitore e non un depuratore per bere acqua. In base all’esigenza personale e alla quantità di acqua da trattare c’è una soluzione specifica. Cercherò quindi di spiegare quali sono le principali tecnologie disponibili per depurare l’acqua ad uso domestico e alimentare e li spiegherò in termini di prestazione e costo.

Addolcitore. L’addolcitore può essere installato nell’impianto idraulico di casa o solamente dov’è necessario: il suo scopo è quello di rendere l’acqua meno dura e di conseguenza ottenere meno calcare in casa, proteggere le tubature e la caldaia. Funziona grazie a delle resine e alla ionizzazione del sodio: questo composto di sostante intrappolano il calcio e il magnesio e rendono l’acqua più dolce.

Nei distributori automatici del caffè c’è un depuratore di questo genere in formato ridotto e la sostituzione, al fine di mantenere la caldaia funzionale, viene effettuata in media ogni 800 litri o 10000 consumazioni. Ciò ha il pregio di rendere l’acqua più dolce, ma il difetto di non eliminare arsenico, batteri, microplastiche, Pfas ecc… . Il costo di un apparecchio del genere può variare in base al volume da trattare: se è ad uso locale come un rubinetto o un distributore automatico allora il prezzo è compreso tra i 70€ e i 180 €; se invece è per l’impianto idraulico di casa i costi vanno da 500€ a 1300€. I filtri delle macchinette da caffè e in generale i pre-filtri di altri sistemi di depurazione hanno una funzione molto similare all’addolcitore e permettono di togliere le impurità più grossolane.

Deferrizzatore. È solitamente installato nelle case che hanno il pozzo piuttosto che l’acquedotto. Infatti la presenza di ferro è molto frequente nei pozzi sotterranei e dà all’acqua una colorazione giallastra, rossa. Il deferrizzatore è solitamente applicato a tutto l’impianto idraulico e il suo scopo è appunto eliminare l’eccesso di ferro dall’acqua. Si raggiunge tale scopo con l’ossidazione del ferro: o con quarzite e l’insufflazione di aria o con permanganato di potassio oppure con biossido di manganese (pirolusite). Questo strumento elimina, il ferro, ma ha lo stesso difetto dell’addolcitore: non elimina tutte le altre sostanze nocive o pericolose. Anche in questo caso il costo è relativamente elevato, e va da un minimo di 900 € ad un massimo di 3000 € in base al volume di acqua da trattare. 

Osmosi inversa. È un sistema di depurazione ad uso esclusivo alimentare molto efficiente. La sua efficacia è dovuta alla capacità di eliminare tantissime sostanze: grazie ad una membrana semipermanente che trattiene tutte le impurità e grazie ad un elevata pressione, si ottiene un’acqua praticamente pura. Il sistema viene applicato sotto al lavello, richiede l’intervento di uno specialista ed hanno un costo che va da 1000€ a 2500€. Certo, elimina la stragrande maggioranza delle impurità, in particolare l’arsenico, ma elimina anche i Sali minerali dell’acqua e infatti a questo sistema di depurazione è quasi sempre integrato con un mineralizzatore (inserisce dopo la filtrazione i Sali minerali) che fa alzare notevolmente i costi. Richiede anche una manutenzione professionale e annuale costosa a carico dell’acquirente.

Carbone attivo e ultrafiltrazione. È un sistema di depurazione utilizzato sia dai gestori idrici che da aziende di depurazione domestica alimentare. Come l’osmosi inversa, ha un ottima capacità di eliminare un sacco di sostanze. Questa capacità è dovuta alla porosità tipica del carbone: i pori hanno grandezze che vanno da 25 nm a 1 nm e per questo motivo si può parlare di ultrafiltrazione che consiste nella depurazione di particelle piccolissime, virus compresi. Il carbone attivo si consuma all’aumentare della quantità di acqua filtrata e dopo ogni anno o ogni tot litri trattati bisogna procedere con la sostituzione. Il costo di un sistema a carboni attivi può variare dai 800 € a 1200€ per i consumi di casa. Si può installare sopra o sotto il lavello , o anche fissandolo al muro e la sostituzione del filtro, in base al tipo di depuratore, risulta abbastanza semplice e alla portata di tutti ad un costo accessibile. Ciò elimina tantissimi agenti contaminanti, Pfas compreso, minerali esclusi grazie all’adsorbimento ma non elimina l’arsenico.

Ci tengo a specificare che il carbone attivo riduce i Pfas ad una quantità minore di 5 ng/L, standard imposto dalla legge. Lo posso dire con totale tranquillità perché ho preso dell’acqua di pozzo inquinata da Pfas , l’ho fatta passare attraverso il mio depuratore a carbone attivi, ho consegnato il campione all’Arpa ed è risultato minore di 5 ng/L. Per motivi di privacy non posso mostrare pubblicamente il risultato ma privatamente si e quindi se volete saperne di più vi basterà contattarmi privatamente.

Filtro a caraffa. I filtri a caraffa sono i più popolari perché sono i più economici. Infatti le aziende che producono questi filtri garantiscono acqua buona pulita e protetta ad un costo di 45€/50€ all’anno. Sono filtri che vengono inseriti all’interno delle caraffe ed hanno una durata di un mese. Sono composti per lo più da Sali e resine come l’addolcitore e qualche altro filtro può contenere il carbone attivo. Se l’acqua del rubinetto è già di buona qualità e volete solo migliorare il sapore o renderla più dolce allora questa è una ottima soluzione per voi. La filtrazione avviene per gravità: l’acqua del rubinetto entra in una vasca di riempimento, poi per gravità passa attraverso il filtro che poi scende nella caraffa. Bisogna però dire che il carbone attivo funziona solo con la pressione di acqua che qui non c’è. Quindi ragazzi… Pagate per quello che vale: migliora la durezza dell’acqua, tuttavia non elimina batteri, gli altri metalli pesanti e Pfas.

Lampada ultravioletti: la lampada ultravioletti è pensata esclusivamente per l’eliminazione dei batteri: i raggi UV hanno una frequenza d’onda tra 100 e 400 nm e a 254 nm le radiazioni riescono a penetrare e a distruggere il nucleo dei batteri uccidendoli completamente. In base alla grandezza il prezzo può variare da 50 € a 300€. Quindi acqua trattata con un sistema ad ultravioletti permette di ottenere un’acqua priva di carica batterica. La lampada UV elimina i batteri ma non tutto il resto.

La soluzione migliore è relativa alle singole necessità delle famiglie. Personalmente utilizzo un depuratore con tre tecnologie e ve le spiego: un pre-filtro esterno per i residui più grossi come il calcare, all’interno un filtro a carboni attivi pressato, e nel centro una lampada ultravioletto. Il prezzo è abbordabile, è un prodotto garantito, certificato; l’installazione e la sostituzione dei filtri non richiede l’intervento di un professionista e ogni persona può farlo in maniera autonoma.

Nessuno delle seguenti tecnologie per la depurazione dell’acqua può indicare il presidio medico chirurgico perché tale qualifica la si ottiene quando il prodotto disinfetta o sterilizza l’acqua, ma dato che si tratta per la maggior parte dei casi di acqua potabile la disinfezione è già effettuata dal gestore idrico. Giustamente sorge quindi la domanda: come posso verificare l’efficacia di questi dispositivi? Ecco quindi dei semplici consigli per non farvi fregare da trovate pubblicitarie o venditori di dispositivi magici.

  1. Comprendete se ne avete effettivamente bisogno; cosa non va della vostra acqua. Ci sono alcuni comuni (Aosta, Ancona, Caserta e Perugia) che hanno un acqua potabile eccellente e quindi non necessitano di nessun sistema di depurazione.
  2. Chiedete i certificati di idoneità da parte di organizzazioni che da sempre studiano l’acqua e tutelano la salute delle persone. Ad esempio consiglio NSF International (National Sanitation Founder) che ha partecipato alla stesura dei parametri di potabilità dell’OMS; oppure WQA (Water Quality Association) o delle prove certificate che dimostrino che il prodotto rispetti la normativa sui dispositivi per il trattamento dell’acqua domestica (D.M. 7 febbraio 2012 n° 25).
  3. Chiedete informazioni sull’azienda che vi vende il prodotto: da quanto tempo esiste questa azienda? Vi danno la garanzia di soddisfazione? Hanno un servizio assistenza clienti? Sono preparati in materia di acqua e di depurazione? Mi è capitato di parlare con un promoter di sistemi di depurazione ad osmosi inversa: azienda di dubbia solidità, certificato di presidio medico chirurgico, e incompetenza della persona che proponeva la depurazione. Potreste sicuramente trovare sul web dei prodotti per la depurazione ad un costo basso o molto abbordabile ma senza garanzie e senza servizio clienti… quindi, se li prendete, incrociate le dita sperando che non si guasti mai!

Questo è quasi tutto su quello che c’è da sapere sulla depurazione dell’acqua. Sicuramente ci sono altre tecnologie di cui non ho parlato, o che non conosco, che hanno altre prestazioni interessanti. Magari potreste scrivermele voi indicandomele, oppure dicendomi cosa usate a casa vostra per trattare l’acqua. Spero che queste informazioni vi siano state utili e che possiate scegliere di bere acqua in maniera più sostenibile e responsabile. Potete commentare sul mio blog www.dalmarbozzo.com, iscrivervi al mio canale YouTube, mettere mi piace, e seguirmi su Instagram e Facebook. Ciao a tutti!